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Attualità martedì 30 maggio 2017 ore 18:50

Nuove scoperte archeologiche a Villa Romana

Vasche termali, mattoni, canali di scolo. Dagli scavi è emerso un pezzo di storia che sarà visitabile sabato 3 e domenica 4 giugno



CAPRAIA E LIMITE — Vasche termali, mattoni, canali di scolo e un collegamento con l'imperatore Costantino. Sono le ultime novità emerse dagli scavi archeologici della Villa Romana dell'oratorio di Limite sull'Arno, appartenuta a Vettio Agorio Pretestato, aristocratico romano dell'età tardoantica. Sabato 3 e domenica 4 giugno si terrà un'apertura straordinaria al pubblico dello scavo.

Dopo la scoperta, negli anni scorsi, della struttura esagonale, con sale e mosaici con decorazioni varie, da forme geometriche e floreali alla scena di caccia al cinghiale, la campagna di scavo in corso a cui lavorano 10 ragazzi dell'Università di Pisa ha fatto emergere vasche termali della villa, mattoni e sistemi di conduzione dell'aria calda e tubi di piombo per lo scolo delle acque.

“Si tratta di una conferma di quanto venuto alla luce a settembre 2016 - commenta Federico Cantini, associato di Archeologia medievale all'ateneo pisano e direttore scientifico dello scavo - quando siamo riusciti a individuare le sospensioni in mattoncini che reggevano la vasca posizionata accanto al forno che riscaldava l'ambiente. Il sito archeologico di Limite ha tutte le potenzialità per diventare un punto di riferimento internazionale nello studio dell'età tardoantica in questa zona e per attrarre flussi turistici. Non può essere paragonato ad altri siti dell'area, è notevolmente più completo e potrebbe inserirsi bene nel contesto culturale e economico del Valdarno, che è situato a metà strada tra Firenze e Pisa e vicino a Vinci. A tal proposito, stiamo lavorando, con il contributo importante anche di ingegneri e economisti dell'Università di Pisa, ad un progetto da presentare al Governo per il finanziamento delle opere di musealizzazione in loco. Si tratta di una proposta a tutto tondo, dal valore di alcuni milioni di euro, che tiene conto anche della sostenibilità nel territorio, l'inserimento nel turismo locale e nel sistema museale della zona. E' una struttura eccezionale e occorre investirci”.

Il complesso è appartenuto a Vettio Agorio Pretestato, governatore della Tuscia e dell'Umbria nel periodo precedente al 362 dodo Cristo. e prefetto dell'Urbe fino al 384, anno della sua morte, poco prima di diventare console. Pretestato era uno degli ultimi strenui difensori della religiosità pagana, in un momento in cui il cristianesimo, dopo l'Editto dell'imperatore Costantino del 313 dopo Cristo, stava prendendo campo tra la popolazione romana.

Probabilmente, la struttura esagonale centrale e le sale circostanti di un'altezza di 15 metri circa e diametro di 30, decorate con mosaici fino all'abside del salone centrale in cui troviamo la scena di caccia al cinghiale che allude a un'attività dell'otium del dominus della villa, serviva da residenza di campagna lungo il tragitto per Firenze, dove Pretestato arrivava risalendo il fiume Arno dopo esser approdato sulla costa.

“A dimostrazione dell'importanza di questo nobile romano- aggiunge Cantini-il filosofo Macrobio, vissuto all'inizio del V secolo dopo Cristo, ha definito il periodo antecedente saeculum praetextati, vale a dire il secolo di Pretestato”.

La villa di Limite sull'Arno fu abbandonata nella prima metà del VI secolo, nel periodo della guerra greco-gotica (535-553) e successivamente con l'invasione longobarda. Sono state riscontrate recentemente alcune tracce di una rioccupazione nel VII secolo, nell'Alto medioevo, ad opera di operai incaricati di spoliare la villa.

Gli ultimi studi hanno appurato inoltre che, circa 50 anni prima della costruzione della villa dell'Oratorio, era stata edificata a Roma una struttura simile nel palazzo dell'imperatore Costantino. Alta 30 metri, aveva avuto problemi di staticità ed avevano dovuto installare dei contrafforti per trattenerla. Gli studiosi ritengono che sia stato il modello per successivi edifici.

“Siamo soddisfatti- ha dichiarato il sindaco Alessandro Giunti- poiché continuiamo a scoprire tesori tenuti nascosti per circa 1700 anni sotto i nostri piedi. Come Amministrazione sosteniamo gli scavi, li abbiamo voluti assieme all'Università di Pisa e ci impegneremo per rendere il sito fruibile da un punto di vista culturale e turistico”.


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