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Lavoro venerdì 18 luglio 2014 ore 15:30

Fiom: "Una vertenza della nautica Toscana"

Il coordinatore Braccini parla di aziende con ordinativi dimezzati e nuovi soci stranieri. "La globalizzazione è arrivata anche per il settore"



FIRENZE — "Un polo del Mediterraneo in grado di attrarre investimenti dove dovranno stare assieme gestioni, demolizioni, refitting e costruzioni di imbarcazioni. Riteniamo necessario avviare una serie di analisi e una vera e propria vertenza della nautica Toscana coinvolgendo tutti i soggetti interessati del settore e le istituzioni".

Lo comunica Massimo Braccini, coordinatore regionale Fiom nautica Toscana, al termine della riunione del coordinamento, nella quale è stata discussa la strategia sindacale da adottare in un'ottica di area vasta.

"Seppur la nautica sia attraversata da una crisi profonda - aggiunge - dove sono dimezzati gli ordinativi e molti cantieri siano in gravi difficoltà, ci sono anche aziende che investono e compagini societarie che risentono di nuovi soci stranieri. Tuttavia molte imprese non saranno in grado di superare la fase di crisi e si pone il problema delle aree demaniali inutilizzate. La crisi segna anche il fallimento di un modello produttivo, così come sindacalmente abbiamo sempre denunciato, che si reggeva in gran parte sulla compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori. Per questi motivi è necessaria una qualificazione di tutto l'indotto che si fondi sulla crescita professionale e sul riconoscimento dei diritti e salari dei lavoratori, in un'ottica di contrattazione di filiera, ma che deve risentire anche di una nuova legislazione a tutela dei lavoratori sia sul piano nazionale che locale, a cominciare dalla politica del rilascio delle concessioni.
La globalizzazione è arrivata anche per il settore della nautica e non ci saranno più spazi per le imbarcazioni omogenee, la differenza per avere un futuro si giocherà in termini di qualità del prodotto, nell'essere un gradino più in alto nell'innovazione.

Alcuni cantieri hanno già cominciato a cambiare, altri stanno investendo riproponendo però l'ormai superato modello organizzativo che ha già portato molte imprese al tracollo.

Vi sono nuovi programmi di finanziamento Ue per la ricerca e innovazione che possono permettere una crescita di molte piccole imprese che formano l'universo della nautica.
C'è quindi la necessità di costruire reti di imprese, non imprese a rete, veramente
autonome e svincolate dal rapporto subordinato con i cantieri committenti, dove il
sindacato sarà decisivo nel poter definire programmi che tendano allo sviluppo nel rapporto anche con la contrattazione che, sta alla base delle crescita".


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