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Attualità martedì 14 luglio 2015 ore 17:20

I bambini Saharawi diventeranno cascinesi

12 bambini della tendopoli di Um Drega riceveranno la cittadinanza onoraria da parte del Comune di Cascina



CASCINA — In queste settimane sono ospiti a Cascina per testimoniare la causa del popolo Saharawi, da anni costretto a vivere in esilio nel deserto algerino. Ai ragazzi, 12 bambini provenienti dalla tendopoli saharawi di Um Drega, sarà conferita, entro la fine del mese, la cittadinanza onoraria di Cascina

"Il gemellaggio con il popolo Saharawi dura a Cascina da 30 anni – ha detto Paola Viegi, presidente del Consiglio comunale- e il nostro intendimento è che la seduta aperta di oggi dedicata a questo popolo valga a promuoverne la causa".

"Conferire la cittadinanza onoraria a questi bambini vuol essere un passo in più verso il riconoscimento della necessità di far tenere al popolo Saharawi il tanto auspicato referendum per la propria autodeterminazione" ha aggiunto Alessio Antonelli, sindaco di Cascina.

Erano presenti alla seduta del consiglio comunale anche i rappresentanti del consiglio comunale dei ragazzi di Cascina, dell'associazione Arci 690, Riccardo Malacarne dell'Aiccre, e Abdallahi Bucheiba, rappresentante in Toscana della Repubblica araba Saharawi democratica.

Dal 1975 il popolo saharawi vive diviso. Una parte nei territori del Sahara occidentale occupati dal Marocco, un’altra nei territori controllati dalla Repubblica araba Sahrawi democratica, mentre il resto vive in campi profughi in Algeria. I campi profughi sorgono in pieno deserto, nei pressi di Tindouf, dove è difficoltoso rifornirsi di acqua e generi alimentari, dove scuole, ospedali e trasporti non sono adeguati e dove le comunicazioni con il resto del mondo sono difficilissime. I bambini saharawi, nati e vissuti nei campi profughi, vivono con pochi contatti con il mondo esterno e soffrono maggiormente le condizioni climatiche sfavorevoli, soprattutto in estate.

Il programma di accoglienza organizza la permanenze in Italia dei bambini saharawi per due mesi, in luglio ed agosto, allo scopo di testimoniare la causa del popolo Saharawi e consentire ai piccoli un’apertura sul mondo esterno e su una cultura nuova e diversa. Consente loro di passare l'estate in un clima più favorevole e di effettuare il controllo del loro stato di salute. Durante le settimana di permanenza in Italia ai bambini sono proposte attività ricreative, culturali, sportive e artistiche. Il soggiorno è anche l'occasione per favorire la conoscenza della realtà saharawi da parte delle istituzioni, della società civile, dell’opinione pubblica, del mondo dell’informazione e per promuovere atti concreti nei confronti dei diritti del popolo saharawi.


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