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Attualità lunedì 16 febbraio 2015 ore 14:00

La Riserva a rischio chiusura

Conclusa la collaborazione, durata 15 anni, tra Lipu e Provincia di Pisa per la gestione della riserva naturale. Ma non si sono i soldi per rinnovarla



SANTA LUCE — La Lipu comunica che "si è conclusa la collaborazione, durata quindici anni, tra Lipu e Provincia di Pisa per la gestione, insieme alla Società Solvay, della Riserva Naturale del Lago di Santa Luce e che potrebbe portare, nella peggiore delle ipotesi, alla chiusura della riserva".

Il mancato rinnovo da parte della Provincia di Pisa della convenzione con la Lipu per la gestione ordinaria della Riserva, spiegano dalla struttura, "è dovuto all’assenza di copertura finanziaria, richiesta nel quadro dell’applicazione della legge Del Rio e dal conseguente iter regionale di riordino delle funzioni provinciali". In una comunicazione della Provincia di Pisa inviata all’associazione, l’Ente è stato impossibilitato “a prevedere per l’anno 2015 alcuna somma per la gestione della Riserva Naturale del lago di Santa Luce, così come per la gestione delle altre Riserve Naturali insistenti nel suo territorio”.

"La proposta di legge regionale sul riordino delle Province - scrivono dalla Lipu - non sembra aver considerato dovutamente le conseguenze della sua applicazione sulle aree protette, perché nella sostanza, facendo mancare il necessario supporto economico, non sarà possibile garantire servizi utili alla comunità come la tutela, la protezione, la manutenzione, la promozione e fruibilità della nostra Riserva, scrigno di biodiversità riconosciuta anche dall’Unione Europea come SIC (Sito di Importanza Comunitaria)". "La mancanza del finanziamento provinciale - aggiungono - causerà la perdita di un posto di lavoro ed anche il supporto dei volontari non basterà, perché non sarà possibile sostenere le spese di attrezzature e materiali".

Sono quindi a rischio chiusura il Centro Visite e tutte le attività e i servizi che la Lipu, con personale altamente qualificato e specializzato, ha garantito con assiduità fin dal 1992, quali: l’accoglienza al pubblico, l’educazione ambientale nelle scuole del territorio e provincia, il monitoraggio ambientale per gli Istituti pubblici, il recupero fauna selvatica, la vigilanza, la gestione del volontariato.
La Lipu ricorda alcuni dei risultati conseguiti: "traguardi che senza il sostegno economico della Provicia di Pisa, in collaborazione con la Società Solvay, non sarebbero stati raggiunti". Questi sono: la realizzazione e la manutenzione delle strutture per la fruizione, come il centro visite, l’aula didattica, la pannellistica, il capanno d’avvistamento, il camminameto in legno lungo il sentiero natura di 1,5 chilometri; la fruibilità garantita a 3mila visitatori l’anno e ad oltre 900 bambini e ragazzi delle scuole dei Comuni del territorio; la progettazione e realizzazione di 72 eventi annuali dedicati all’educazione ambientale, a percorsi olistici per la ricerca di sé, all’agricoltura sinergica e alla permacultura, al trekking spirituale, 20 progetti di educazione ambientale rivolti alle scuole; una voliera per il progetto hacking per ridare libertà a gheppi, civette e allocchi, che dal centro di recupero di Livorno CRUMA aspettano di tornare liberi. Infine, la garanzia di un servizio di vigilanza annuale come è stato dimostrato dalla scoperta e rimozione di capanni abusivi e di monitoraggio ambientale annuo con valenza scientifica

"Senza garanzia di continuità si rinuncia ad una realtà simbolo del territorio - scrivono dalla Lipu- nel campo dell’educazione, della ricerca scientifica, della divulgazione e della sensibilizzazione ambientale, che ha dimostrato la convivenza possibile tra scopi industriali e finalità di conservazione, operando in un territorio dove l’educazione e la sensibilizzazione all’ambiente sono da sempre stati carenti e la tutela e la conservazione alla biodiversità visti come ostacoli allo sviluppo del territorio". "Senza garanzia di continuità - aggiungono - si disperdono anche professionalità e competenze che hanno contribuito a progettare, realizzare, mantenere e promuovere un ecosistema riconosciuto a livello europeo".

"Ci appelliamo - concludono dalla LIpu - al senso civico e morale che la gestione della res publica ha tra i suoi fondamenti". 


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