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Lavoro mercoledì 06 agosto 2014 ore 14:10

"Molti non riapriranno a settembre"

"Pisa verso il burrone" secondo Cna provinciale che analizza i dati sulle tendenza dell’economia artigiana. Peggio costruzioni e manifatturiero



PISA — "Si va verso il burrone". Cna di Pisa lo ripete da tempo. E torna a dirlo oggi, mentre sfoglia i risultati del rapporto Trend, sulle tendenza dell’economia artigiana in provincia di Pisa.

"Serve una decisa sterzata per invertire la tendenza" secondo il presidente Cna di Pisa Andrea Zavanella -. Continua il rallentamento dell’economia e a soffrire di più è il comparto costruzioni con il manifatturiero. Certo ci sono dinamiche diverse fra i settori legati al mercato interno che sono in profonda crisi e non ci sono segni di risveglio e quelli che hanno la possibilità di lavorare con i mercati esteri a cui va meglio. Ma a settembre in molti rischiano di non poter riaprire i battenti: l’emorragia dei posti di lavoro sarà consistente e quello che ci sconcerta è che nessuno fra istituzioni enti sembrano percepire che siamo sull’orlo di un baratro. Abbiamo anche incontrato nei giorni scorsi i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, per concordare con loro iniziative per dare l’allarme sul comparto costruzioni in particolare, ma non solo. Faremo il possibile per cercare di dare una svolta ad una situazione in cui la disattenzione verso il tessuto produttivo locale è massima. Oltretutto con scarsa trasparenza circa affidamenti per milioni di euro con meccanismi nazionali, vedi Consip”. 

“Le imprese del territorio sono tagliate fuori da scelte politiche miopi e discutibili - aggiunge il direttore generale Cna Rolando Pampaloni -. Sono stati dati in questi giorni oltre venti milioni di euro di lavori senza gara con le procedure Consip per ospedali e altri edifici pubblici a un unico soggetto escludendo a priori le ditte locali che hanno finora garantito realizzazioni e manutenzioni. Questa non è la direzione giusta per creare ricchezza, efficienza e trasparenza. Siamo preoccupati per la tenuta occupazionale delle nostre imprese”.

Anche Barbara Vannini, di Cna Costruzioni, conferma che “da settembre le imprese del comparto edile saranno costrette a ristrutturare. Noi rappresentiamo imprese che lavorano da decenni con i privati e con gli enti pubblici, ma proprio adesso che c’è la crisi la penalizzazione maggiore la stiamo subendo dalle pubbliche amministrazioni. L’ossigeno è finito e anche se per noi i dipendenti hanno un valore inestimabile saremo costretti a tagliare anche se così facendo siamo consapevoli che la ripresa si allontana ancora di più”.

Marco Ammannati Cna Impianti, si limita a raccontare la burocrazia: “non riconosce le fatture elettroniche. Noi dobbiamo farle, ma poi se non le portiamo cartacee e di persona non ci pagano, alla faccia dei 30 giorni e delle nuove direttive. Senza contare che poi ogni ente è un caso a sé e dei Durc chiesti più volte per la stessa procedura”.


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