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Lavoro giovedì 17 aprile 2014 ore 14:25

Pasqua, i commercianti fanno festa

I sindacati chiedono le saracinesche abbassate



PISA — Saracinesche chiuse per le feste di Pasqua. Anche per 2014 lo scontro sulle aperture delle attività commerciali nei giorni Pasqua, lunedì dell'Angelo, 25 aprile e Primo maggio si fa duro tra le sigle di Cgil, Cils e Uil e i datori di lavoro. Le organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil della Toscana infatti ribadiscono la contrarietà alle aperture dei negozi per le prossime festività civili e religiose e chiedono il rispetto del loro significato e del loro valore sociale. Per questo le tre sigle proclamano lo sciopero e l'astensione dal lavoro per l'intera giornata per Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e Primo maggio e spiegano: “Le liberalizzazioni degli orari e delle aperture domenicali e festive attuate dal Decreto Salva Italia (varato dal governo Monti e non ancora rivisto dagli esecutivi che si sono succeduti ndr), si sono rivelate negative: non hanno portato né aumento dell'occupazione né dei consumi, ma hanno peggiorato le condizioni di lavoro e aumentato la precarietà, nell'assenza di ogni regola minima di concertazione sulla programmazione delle aperture e degli orari di lavoro”.

Filcams, Fisascat e Uiltucs riconfermano poi la necessità di modificare le legge sulle liberalizzazioni, avendo sostenuto la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare. E lanciano la propria proposta: “Occorre rimettere la materia delle aperture domenicali, festive e commerciali alle competenze regionali e comunali, attraverso il confronto tra le parti sociali, demandano ai territori, previa concertazione, la loro definizione. Va fatto per un modello sostenibile del commercio, per città più vivibili - all'insegna della cultura e non solo del consumo -, per una maggiore contrattazione in difesa dei più deboli, per la difesa dei valori civili e religiosi che queste festività rappresentano”.


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