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Attualità mercoledì 27 settembre 2017 ore 11:04

Dal luppolo molecole contro i tumori

Il gruppo di ricerca dell'università di Pisa

Dal luppolo della birra nuove molecole in grado di contrastare i tumori. Studio coordinato dal dipartimento di Farmacia dell'Università di Pisa



PISA — “Affamare il tumore”: è questa la parola chiave di uno studio coordinato dal professor Armando Rossello, del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, basato sulle proprietà antiangiogeniche di un fitocomposto, lo Xantumolo (XN), un flavonoide presente in discrete percentuali nel luppolo e nella birra e dotato di numerose proprietà benefiche. Questa ricerca ha permesso di scoprire nuove piccole molecole basate sulla struttura del composto naturale, di per sé in grado di ridurre l’angiogenesi tumorale, e in grado di “affamare” il tumore inibendo i meccanismi grazie ai quali le cellule tumorali si procurano ossigeno e si diffondono nell’organismo. L’azione anti-angiogenesi che rappresenta una delle più diffuse strategie terapeutiche anti-tumorali spesso viene affiancata alla chemioterapia.

La ricerca è stata svolta in stretta collaborazione con il gruppo della dottoressa Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e del professor Douglas Noonan, dell’Università dell’Insubria di Varese. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale “European Journal of Medicinal Chemistry”.

Due dei nuovi derivati dello Xantumolo brevettati, sono in grado di esercitare un’attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN.

"Questa ricerca - spiega il professor Rossello - ha avuto l’obiettivo di progettare e sviluppare modificazioni strutturali della molecola dello xantumolo per migliorarne le proprietà anti angiogeniche mantenendo la sua bassa tossicità. Lo studio, durato quattro anni, ha evidenziato che i nuovi Xantumoli possiedono una capacità di riduzione dell’angiogenesi dell’80% in test sperimentali e sono risultati particolarmente efficaci nell’interferire con funzioni chiave della cellula endoteliale (struttura di base cellulare che costituisce i vasi sanguigni tumorali), quali la proliferazione, l’adesione, la migrazione, l’invasione e la formazione di strutture simil-capillari". "Questi nostri risultati - conclude il docente dell'Università di Pisa - aprono la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemiopreventivi efficaci, alternativi e a basso costo".

“Il passo successivo - ha aggiunto la dottoressa Albini - sarà quello di testare i più attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione”.


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