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Cronaca venerdì 20 novembre 2015 ore 17:20

El Hanaoui dal carcere: "L'Isis sporca l'Islam"

Il giovane marocchino residente a Ponsacco è detenuto da 4 mesi per istigazione al terrorismo. In un interrogatorio ribadisce la sua innocenza



PISA — "Non ho mai pubblicato la bandiera dell'Isis, quell'immagine raffigura i sigilli dei documenti del Profeta e viene impiegata impropriamente da chi invece in questo modo sporca l'Islam". E' uno dei passaggi-chiave dell' interrogatorio, secondo quanto appreso dall'Ansa, a Jalal El Hanaoui, il marocchino di 25 anni residente a Ponsacco, detenuto da quattro mesi nel carcere Don Bosco con l'accusa di istigazione al terrorismo.

Un lungo interrogatorio di 4 ore  durante il quale Jalal ha risposto a tutte le domande cercando di spiegare le sue azioni sul web: "Non ho mai voluto fare propaganda al califfato. Ciò che è stato trovato nella memoria del computer - ha spiegato agli investigatori - è il frutto di ricerche per interesse e curiosità, ma da parte mia non c'è alcuna adesione all'Isis".

Durante il colloquio, il giovane indossava una tuta del Paris Saint Germain e una maglietta con la Torre Eiffel: "Ho diverse tute sportive delle principali squadre di calcio -ha spiegato- ma oggi mi sono vestito così per manifestare la mia solidarietà alle vittime della strage di Parigi".

Tra le accuse mosse a El Hanaoui c'è anche il fatto di avere navigato sul web con un software criptato e di avere conservato sulla memoria del telefono cellulare alcuni video dell'Isis: "Ho appreso dell'esistenza di quel software da un servizio in Tv e ho voluto provare a usarlo, mentre per quanto riguarda i video si tratta di materiale che ricevevo attraverso gruppi di Whatsapp e che cancellavo
immediatamente, ma la memoria del telefonino salva comunque i file ricevuti. Io non li ho mai diffusi, né richiesti".

Infine, El Hanaoui ha espresso il desiderio di tornare presto a casa: "Le accuse contro di me sono state una coltellata al cuore. Qui dentro mi chiamano Isis e questo soprannome mi dà fastidio, perché io con loro non ho niente da spartire".

Gli inquirenti si sono poi soffermati su alcune fotografie postate sui social network che lo ritraggono con una pistola in mano e su un suo viaggio in Turchia avvenuto alla fine del 2014: "Credo - ha risposto - che quella sia un'arma giocattolo. Era una goliardata fatta insieme ad altri amici italiani. Riguardo al viaggio in Turchia non è vero che ero diretto in Siria, era solo una vacanza in occasione del capodanno"


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