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Attualità giovedì 09 gennaio 2020 ore 18:45

In piazza per la ricerca

Foto: Ricercatori determinati-Pisa (da Facebook)

Mattinata di mobilitazione del mondo universitario. Ricercatori e studenti uniti per chiedere maggiori finanziamenti



PISA — Un gruppo di ricercatori, assegnisti, studenti e dottorandi è sceso in piazza oggi in occasione della mobilitazione nazionale dell'università, che si è svolta contemporaneamente in 12 città italiane. 

Il presidio pisano ha preso il via in piazza Dante, poi la mobilitazione si è spostata di fronte al rettorato e una delegazione è stata ricevuta dal rettore Paolo Mancarella. 

La protesta, organizzata dal gruppo Ricercatori determinati, è nata con l'obiettivo di discutere i temi relativi al precariato nella ricerca universitaria pubblica e alle sue conseguenze individuali e collettive. 

"I numerosi interventi - si legge in una nota degli organizzatori- hanno rappresentato voci, sensibilità e condizioni contrattuali diverse e hanno fatto emergere bisogni e rivendicazioni comuni. In particolare, il sottofinanziamento cronico del comparto universitario e della ricerca, la scarsa valorizzazione professionale del personale precario, la pressione della continua valutazione esclusivamente quantitativa della produzione scientifica (a cui non corrisponde un inquadramento lavorativo definitivo), l’instabilità esistenziale insita nella condizione di precariato. A queste necessità impellenti, che vanno affrontate urgentemente, si aggiunge l’inesistente peso politico della componente precaria dell’Università, nonostante essa rappresenti quasi il 60 per cento del corpo accademico. Oggi dottorandi, assegnisti e ricercatori, insieme alla componente studentesca, hanno compiuto un passo avanti importante per invertire questa tendenza. Il Rettore dell’Università di Pisa ha accolto la richiesta di discutere nel prossimo Senato Accademico (16 gennaio ore 9.00) il documento di Ricercatori Determinati che ha avviato la protesta nazionale dei precari della ricerca. Ora più che mai è necessaria la partecipazione di tutti per costruire un percorso nuovo e condiviso, perché divisi siamo niente, uniti siamo tutto".


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