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Cultura giovedì 26 gennaio 2017 ore 14:05

Oltre la grande Muraglia

Il Museo della Grafica di palazzo Lanfranchi inaugura una mostra organizzata dall'istituto Confucio e dedicata alla Cina



PISA — Al Museo della Grafica si inaugura, venerdì 27 gennaio, la mostra Oltre la Muraglia, organizzata dall’istituto Confucio di Pisa - istituzione nata da un accordo tra la Scuola Superiore Sant'Anna e l’Università di Chongqing - che, a partire dal 2008, ha siglato convenzioni con i più prestigiosi soggetti del territorio, veicolando una ricca offerta culturale e divenendo interlocutore privilegiato per lo studio della lingua cinese.

Nell’itinerario di Oltre la Muraglia, videogiornalismo, fotografia e pittura instaurano un dialogo che permette al pubblico di confrontarsi con la rappresentazione di un ambiente urbano che, dietro a un impatto disumanizzante, si rigenera continuamente in una nuova, potente poetica.

Il documentario e la videoinstallazione di Giuliano Marrucci permettono di entrare nel cuore del significato politico ed economico del processo di urbanizzazione cinese che, se da un lato ha contribuito a sottrarre centinaia di milioni di persone alla morsa della fame, dall'altro mostra un pesante conto in termini di impatto ambientale e di diseguaglianza sociale. Speranze e contraddizioni legate al processo di urbanizzazione sono cristallizzate nelle foto di Michele Palazzi, che raccontano il conflitto tra ricerca di condizioni materiali più avanzate e rischio di veder svanire un'identità culturale ultrasecolare. Nella ricerca pittorica di Francesco Barbieri questo conflitto diventa un dialogo continuo tra progresso e distopia, tra tradizione e modernità, oggi più che mai palpabile all'ombra dei grattacieli e delle avveniristiche infrastrutture delle nuove megalopoli cinesi.

Ancora nel 1978, all’alba della lunga stagione di apertura e di riforme economiche, la Cina era quasi esclusivamente un paese agricolo, con l'80 per cento della popolazione insediata nelle aree rurali. I cinesi che vivevano in città erano appena 172 milioni, meno del 20 per cento della popolazione totale. Trentacinque anni dopo, i cinesi residenti in città sono diventati circa 770 milioni, il 56 per cento della popolazione. Per terminare questo processo gli Stati Uniti, con numeri in ballo cinque volte inferiori, hanno impiegato settant’anni, i paesi europei, in media, centoventi.

Oggi si trovano in Cina un quarto delle cento città più popolate al mondo e cinque delle prime dieci, e le municipalità con oltre 1 milione di abitanti sono centosettantuno.

Si tratta del più grande e rapido processo di urbanizzazione della storia dell'umanità e - come ha dichiarato il premio Nobel Joseph Stiglitz - del fenomeno che, insieme alla rivoluzione guidata dai giganti della tecnologia statunitensi, maggiormente occuperà i futuri libri di storia. Un processo che, per essere percepito in tutte le sue implicazioni sociali, economiche e culturali, richiede il contributo di linguaggi diversi.

Durante l’inaugurazione della mostra, il 27 gennaio alle 19, sarà possibile assistere a una dimostrazione calligrafica del maestro Nicola Piccioli.


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