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Elezioni 2020 martedì 01 settembre 2020 ore 10:03

"Politiche inclusive e non discriminatorie"

Sergio Bontempelli

Lo dice Sergio Bontempelli, candidato nel collegio provinciale pisano per le elezioni regionali per la lista Toscana a Sinistra



PISA — "Prima gli italiani, prima i toscani, prima i pisani, prima i residenti... Le destre, si sa, agitano da sempre slogan di questo tipo, per conquistare consensi nei settori più popolari. L’obiettivo è chiaro: chi non ha una casa e vive di lavori precari dovrebbe cullarsi nell’illusione di poter godere di qualche piccolo privilegio riservato, appunto, agli autoctoni".


"Eppure - dice Sergio Bontempelli, candidato di Toscana a sinistra - basta guardare qualche dato per rendersi conto che si tratta di una colossale mistificazione. Prendiamo ad esempio il tema della casa: si stima che in Italia solo il 3,7% degli alloggi sia adibito a edilizia sociale (tanto per fare un confronto, in Inghilterra la percentuale è del 17,6%, in Francia del 16,8%). E allora, il problema è davvero quello di «dare la precedenza agli italiani» (o ai toscani, o ai residenti etc.)? Non si tratta invece di potenziare l’edilizia pubblica, mettendo a disposizione nuovi alloggi per chi ne ha bisogno?"

"La verità - aggiunge - è che lo slogan «prima gli italiani» è servito troppo spesso per legittimare il drastico ridimensionamento del welfare: e a farne le spese non sono stati esclusivamente gli immigrati stranieri. Con un paradosso solo apparente, le politiche «sovraniste» hanno colpito duramente tutti i settori sociali più deboli, italiani compresi. In questi anni, potremmo dire, non c’è stata alcuna «guerra tra poveri»: abbiamo assistito piuttosto a una «guerra contro i poveri».

Troppo spesso, le forze di centro-sinistra sono state subalterne a queste logiche, e la Regione Toscana non ha fatto eccezione. Nella legge sulle case popolari, approvata nel 2019, sono stati previsti ad esempio dei punteggi che «premiano» le famiglie residenti sul territorio toscano da più di dieci anni. In questo modo, però, non si sono affatto tutelati gli italiani o i toscani: norme di questo tipo finiscono per penalizzare i lavoratori precari («autoctoni» o stranieri che siano), che sono costretti a spostarsi per seguire le opportunità lavorative disponibili. Ecco un esempio di come la politica del «prima gli italiani» può diventare uno strumento di discriminazione contro le fasce più deboli.
È necessario quindi pensare a un welfare universalista e non discriminatorio: è il solo modo per tutelare davvero i gruppi sociali più vulnerabili".


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