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Cronaca mercoledì 11 luglio 2018 ore 17:37

Ente Parco San Rossore, in tre alla sbarra

Accolta la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex direttore Sergio Paglialunga e per altri due funzionari che operarono durante la sua gestione



PISA — Chiuse le indagini con la richiesta di rinvio a giudizio per peculato, abuso d'ufficio e falso ideologico, in relazione alla gestione dell'Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, il gup Giulio Cesare Cipolletta ha accolto la richiesta del pm Flavia Alemi e fissato la prima udienza al 15 ottobre.

Dovranno quindi rispondere in tribunale dei singoli reati contestati Sergio Paglialunga, che fu direttore del Parco per 16 anni fino al 2012, l'ex ragioniere capo Vittorio Monni e Massimo De Prosperis,  all'epoca dei fatti addetto all'ufficio ripristino del servizio di pianificazione del territorio. A quest'ultimo si contestano solo l'uso inappropriato di un'auto e di un telefono del Parco, mentre i primi due sono accusati dal pm di una gestione assai disinvolta dei fondi dell'Ente, andando a modificare i bilanci.

Il caso scoppiò nel 2014 sotto la presidenza di Fabrizio Manfredi, che non esitò a consegnare i bilanci ereditati alle fiamme gialle. Lo stesso Manfredi, presidente del Parco dal 2012 al 2016, ha commentato con amarezza la notizia del rinvio a giudizio dei tre.

"La notizia - queste le parole di Manfredi - da un lato mi rattrista e mi induce ad augurare loro di poter chiarire nel migliore dei modi la loro posizione nel corso del procedimento che avrà inizio il 15 ottobre e dall'altro mi porta a compiere due brevi considerazioni. La prima è relativa al fatto che sotto la mia presidenza (dalla Primavera 2012 a quella 2016) mi sono ritrovato, assieme all'allora Consiglio Direttivo, a dover far fronte ad aspetti gestionali dell'Ente quanto meno opachi e confusi che hanno comportato sin da subito e poi nel prosieguo l'assunzione di decisioni radicali da parte nostra quali l'avvio di una selezione pubblica per la nomina del nuovo Direttore, a supporto di una scelta di competenza del Presidente, e la conseguente nomina da parte mia del Dott. Andrea Gennai in questo ruolo in sostituzione quindi dell'Ing. Sergio Paglialunga che lo ricopriva con rinnovi reiterati da circa 16 anni; successivamente la rimozione del Dott. Vittorio Monni dal suo ruolo di Ragioniere capo e la richiesta alla Regione Toscana, subito accolta, di nomina di un commissario ad acta per ricostruire tutta la situazione finanziaria dell'Ente antecedente il 2012; alla luce di ciò, in parallelo al lavoro commissariale che si è protratto oltre due anni, una gestione rigorosissima delle risorse per riportare in pareggio, anzi in attivo, come poi avvenuto, i bilanci annuali del Parco invertendo nettamente la tendenza, che dal lavoro commissariale nel frattempo emergeva, di disavanzi pregressi che iniziavano ad essere particolarmente consistenti. E' in questo contesto di risanamento gestionale e finanziario che i nostri uffici si sono ritrovati poi a collaborare con gli inquirenti che autonomamente avevano ritenuto di avviare indagini al riguardo i cui esiti sono quelli di queste ore.

"La seconda considerazione che mi sento di fare ha un retrogusto un po' amaro - conclude Manfredi - sia dal punto di vista personale che politico ed è relativa al fatto che la Governance (Presidente, Direttore etc.) che ha contibuito dal 2012 al 2016 a salvare, risanare, rilanciare il Parco ai vari livelli non sia stata messa nelle condizioni di proseguire il proprio lavoro in un mandato successivo facendo prevalere vendette politiche e bassa cucina. I risultati di questi andazzi, anche in termini elettorali, purtroppo sono sotto gli occhi di tutti".


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