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Attualità sabato 13 agosto 2016 ore 18:40

"Scieri, chi sa parli"

Il momento della deposizione della corona di fiori

A distanza di 17 anni dalla misteriosa morte del parà siracusano all'interno della caserma Gamerra di Pisa l'appello della commissione d'inchiesta



PISA — Si è conclusa con una piccola cerimonia e una corona di fiori deposta sul luogo della tragedia, la missione della Commissione d’inchiesta sulla morte del militare Scieri all’interno della Caserma Gamerra di Pisa.

In una conferenza stampa a margine della commemorazione, Sofia Amoddio, presidente della Commissione, insieme ai deputati Gianluca Fusilli, Giovanna Palma, Massimo Baroni e Giuseppe Zappulla, ha voluto ringraziare la Folgore nella persona del generale Iannucci, l’intera caserma per la disponibilità e l’accoglienza dimostrata nei confronti della Commissione ed il Ministro della difesa Pinotti.

I ringraziamenti– ha dichiarato il presidente Amoddio - non sono formali ma sono il frutto di una prima, chiara collaborazione tra corpi dello stato al fine di trovare la verità su questa assurda tragedia, per la quale dopo tanti anni non si sono ancora scoperti i responsabili”.

La visita ispettiva, diurna e notturna, ha permesso di visionare i luoghi alla luce degli elementi emersi durante le audizioni di militari ed ex militari e di riscontrare alcuni elementi che saranno comunicati non appena possibile. 

L’obiettivo della commissione – prosegue Amoddio - non è solo quello di trovare conferma a ciò che già gli atti processuali dicono, ovvero che si è trattato un omicidio, ma anche la speranza che proprio dopo tanti anni possa emergere nella coscienza di qualcuno quel sentimento di dignità indispensabile affinché un uomo possa definirsi tale e quindi raccontare la verità di quanto avvenuto quella sera”. 

Il compito della Commissione è quello di ricostruire le modalità dei fatti, il movente e le responsabilità, ma più in generale la commissione sta cercando anche di capire il clima in cui si è svolto questo evento all’interno della caserma, le condanne per gli atti di nonnismo e come questo clima sia cambiato dopo la morte di Scieri.Chi sa parli – è l’appello lanciato -chi non ha parlato, o chi non ha detto tutto, oggi ha la possibilità di alleggerire questo peso, di svelare la verità senza temere nulla perché, l’eventuale falsa testimonianza commessa nel ‘99 non può essere perseguibile perché prescritta”.

La Commissione ha voluto ringraziare gli amici di Scieri che con tenacia hanno tenuto vivo il ricordo attraverso le attività del comitato Verità e Giustizia per Emanuele Scieri, e la famiglia, in questo triste anniversario. “L’istituzione di questa commissione– conclude Amoddio – dimostra che lo Stato non vuole nascondere nel silenzio della memoria, un evento che manifesta un vulnus all’interno delle caserme italiane, ma soprattutto, che la ricerca della verità è sempre un elemento di forza e di dignità da parte delle istituzioni dello Stato, anche e soprattutto quando esso indaga su se stesso”.


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