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Lavoro domenica 18 agosto 2019 ore 15:36

"Silenziose morti sul lavoro, si chiamava Daoud"

Il sindacato generale di base: "Parliamo della strage silenziosa, sempre più spesso tra i morti sul lavoro ci sono uomini e donne over 60"



PISA — Un bracciante di 64 anni, Daoud Ammar, è stato trovato senza vita ieri mattina, nei terreni adiacenti alla chiesa dell'Arnaccio, nei pressi dell'incrocio fra la via dell'Arnaccio e la statale 206 Emilia, nel territorio comunale di Cascina, vicino al confine con quello di Collesalvetti.

Il sindacato generale di base è intervenuto per segnalare le situazioni precarie di molti lavoratori: "Le silenziose morti sul lavoro... Si chiamava Daoud Ammar" inizia così l'intervento del sindacato che poi prosegue: "Le notizie sono sempre più diffuse, parliamo della strage silenziosa, i morti sul lavoro e tra loro spiccano uomini e donne over 60, avanti con gli anni, talvolta in precarie condizioni di salute, costretti, per tirare avanti, a cercarsi un impiego, spesso al nero, faticoso e pericoloso, sicuramente non adatto alla loro fascia di età". 

"I dati Inail parlano chiaro: aumentano di quasi il 3 per cento le morti sul lavoro nei primi sei mesi del 2019, 482 sono i casi accertati e sempre piu' numerose le denunce di malattia professionale.  L'estate, le temperature elevate, sono la stagione peggiore per gli agricoltori, per chiunque lavori nei campi. Abbiamo appreso la notizia di un anziano trovato morto in un campo al confine dei comuni di Cascina e Collesalvetti,tra le province di Pisa e Livorno, si chiamava Daoud Ammar, aveva 64 anni, nato in Siria ma da anni residente a Cascina. La sua morte, da quanto leggiamo sulla stampa, sarebbe legata a cause naturali, le condizioni di salute precarie avrebbero sconsigliato un lavoro sotto il sole ma c'è poco da fare quando devi mandare avanti una famiglia". 

"Cause naturali del decesso ma qualcuno si occuperà di appurare la regolarità delle condizioni lavorative di Daoud Ammar - hanno aggiunto dal sindacato - se aveva un contratto regolare, se era da solo (e perché) al momento del decesso, se le prestazioni avvenivano nel rispetto delle condizioni di sicurezza (magari lavorare nelle ore meno calde con i dpi giusti, con orari ridotti e continua idratazione)? Sempre più numerosi sono in Toscana i lavoratori dell'agricoltura, per lo più migranti, costretti a vivere e lavorare in condizioni a dir poco precarie e pericolose, non sarà forse il caso di Daoud Ammar ma all'ombra dei filari o delle coltivazioni si consumano varie disumanità per altro ben documentate da Libera: lavoro nero (quindi senza pagamento dei contributi previdenziali e assicurativi), buste paga irregolari con metà delle ore non conteggiate ossia le minime indispensabili per beneficiare, per chi puo', della disoccupazione agricola, 12 ore di lavoro al giorno, paga oraria attorno a 5 euro. La nostra solidarietà alla famiglia di Daoud Ammar ma allo stesso tempo la denuncia pubblica delle condizioni in cui operano tanti lavoratori e lavoratrici dell'agricoltura nella nostra regione" hanno concluso dal sindacato.


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