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Cronaca mercoledì 12 dicembre 2018 ore 15:45

Si suicida in carcere, era in custodia cautelare

Il detenuto che si è tolto la vita al Don Bosco era recluso da 7 novembre e in attesa di giudizio. Corleone: "Un'altra tragedia nelle carceri toscane"



PISA — “Una nuova tragedia si è consumata nelle carceri toscane". Il garante dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, interviene appresa la notizia del suicidio  avvenuto ieri sera al Don Bosco. A perdere la vita è stato un detenuto di origine senegalese di 30 anni.

“Il detenuto era in custodia cautelare dal 7 novembre – spiega Corleone –, in attesa di giudizio per un fatto di lieve entità, piccolo spaccio. Era in carcere per l’articolo 73 della legge 109 del 1990. Le notizie ricevute dalla direzione del carcere parlano di un soggetto problematico, che era seguito per questa sua particolare condizione. Ieri sera era stato assistito nell’infermeria e riportato in cella intorno alle 22. Una volta rientrato, il giovane si è impiccato. Il compagno di cella sostiene di non essersi accorto di niente, essendo in bagno. Gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti immediatamente, è stato chiamato il 118, ogni tentativo di rianimazione è stato vano, dopo mezz’ora è stata constatata la morte del detenuto”. Si tratta del terzo suicidio in carcere quest’anno nella nostra regione, fa notare il garante: “Pare che il giudice abbia disposto l’autopsia e che sia stata aperta un’indagine”.

"Si ripresenta la questione degli effetti della detenzione per piccolo spaccio e quella del sovraffollamento delle carceri - sostiene Corleone  -. L’accusa per il quale il giovane era stato imprigionato era di violazione dell’articolo 73 della legge antidroga. Piccolo spaccio - precisa-  non sappiamo di quale tipo di sostanza. Per questo reato non ci può essere la pena di morte. L’ho detto fino alla noia, ma la questione delle droghe porta attualmente in carcere oltre il 30 per cento dei detenuti: a fine dicembre, in Toscana, per violazione dell’articolo 73 ce n’erano 1142 su un totale di 3281”.

E poi, il problema del sovraffollamento: “A ieri, nel Don Bosco di Pisa erano detenute 285 persone, di cui 42 donne e 162 stranieri. La capienza regolamentare è di 206 detenuti"

“La mancata riforma dell’ordinamento penitenziario ha provocato delusione ed esasperazione nella popolazione detenuta. Non vi è consapevolezza della gravità della situazione nel Governo, nel Ministro della Giustizia, e anche nel dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e nel suo capo- conclude Corleone - Tutta questa situazione “richiederebbe un cambio di politica e invece si continua a pensare a una repressione cieca, che provoca disastri”.


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