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Politica venerdì 02 gennaio 2015 ore 10:58

Deleghe e difesa della fauna: parla Sanavio

Giacomo Sanavio

"L'attribuzione delle competenze agli Atc viola il principio di trasparenza e del controllo democratico sulla gestione di un bene pubblico"



PISA — "Con la presunta cancellazione delle province si sta facendo affollata la corsa ad accaparrarsi le competenze e con esse, soprattutto, la ripartizione delle risorse economiche gestiste". A parlare è Giacomo Sanavio, assessore provinciale della giunta Pieroni, che commenta: "In Toscana il caso delle deleghe in materia di difesa della fauna  è particolarmente illuminante. La Regione ha deciso di affidare agli Atc (Ambiti territoriali di caccia) parte delle competenze che sulla materia in questione erano finora attribuite alle Province".

In queste ore l’attenzione dei mezzi d’informazione e di alcune associazioni ambientaliste si sta concentrando sull’uso e la quantità delle risorse economiche per il settore. "Pur condividendo, almeno in parte, lo spirito dei rilievi mossi -dice Sanavio- mi permetto di avanzare un’obiezione e di rilanciare su di un altro tema. L’obiezione consiste nel fatto che, seppur discutendo in un momento di gravissima crisi economica e sociale e di tagli ai bilanci pubblici, è bene ricordare, per necessaria onestà, che le risorse spese in questo settore provengono unicamente dalle tasse e dai contributi versati dai possessori della licenza di caccia e di pesca". 

L'altro tema affrontato da Sanavio riguarda la decisione della Regione Toscana di attribuire agli Atc le competenze gestionali e di spesa sulla materia della protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio: "La decisione viola palesemente il principio di trasparenza e, quindi, del controllo democratico sulla gestione di un bene pubblico. Infatti, la legge quadro nazionale, la 157 del 1992, definisce appunto la fauna selvatica un patrimonio pubblico (L. 157/92 Art. 1. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale) appartenente unicamente allo Stato. Ragione per cui, la sua gestione deve osservare principi e norme in materia di imparzialità, trasparenza, controllo da parte dei cittadini tutti. Quei cittadini che sono - cacciatori, pescatori, protezionisti o animalisti – gli unici beneficiari della gestione sostenibile del bene in questione (la fauna). Sarebbe necessario ed utile interpellare qualche livello di magistratura per avere un parere autorevole su questa vicenda e per poter giudicare se di insipienza, cialtroneria o dolo si debba parlare".


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