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Attualità martedì 18 ottobre 2016 ore 14:15

La mappa della prostituzione minorile

Un progetto contro lo sfruttamento delle migranti

Il dipartimento della Pari Opportunità ha finanziato un progetto contro la tratta dei migranti, fenomeno emerso a Pisa, Pontedera, Empoli e Firenze



PONTEDERA — "Dietro la prostituzione minorile è possibile scorgere, attenendosi alle testimonianze delle ragazze, la presenza di organizzazioni criminali". A dichiararlo è Fabrizio Mariani, vicepresidente di Arnera, cooperativa sociale impegnata nel progetto Satis, il nuovo sistema antitratta toscano che ha ottenuto un finanziamento dal dipartimento delle pari opportunità.

"Un'attività di ascolto, assistenza e monitoraggio, sebbene non di investigazione - ha puntualizzato Mariani - ha messo in luce la presenza di ragazzine minorenni che si vendono lungo la linea ferroviaria fra Pisa, Pontedera, Empoli e Firenze. Un fenomeno diversificato sui vari territori, dove a ogni etnia sembra fare capo una diversa organizzazione".

"A Pontedera sono state individuate, inizialmente, 5 ragazzine rumene di etnia rom - spiega Marina Bartalini di Arnera - una presenza altalenante a seconda dei controlli in corso. Il numero è sceso quando c'era l'esercito a presidiare la zona della stazione, fino alla sua definitiva scomparsa. Adesso sono due o tre quelle che frequentano il quartiere".

Gli operatori segnalano tuttavia una presenza finora inedita: "Dalla primavera 2016 è emerso uno spaccato nuovo, la prostituzione serale di alcune nigeriane. Sebbene Pontedera accolga da un paio di decenni una comunità nigeriana crescente, e molte donne abitino in città da diversi anni, iniziano a essere evidenti i segnali di radicamento della criminalità organizzata nigeriana finalizzata allo sfruttamento sessuale".

I numeri e i luoghi della prostituzione sono stati raccolti nel corso di una serie di uscite (16 in totale fra gennaio e agosto 2016) e presentati a un apposito tavolo voluto dal Comune, formato dall'assessorato al sociale, polizia municipale, carabinieri, polizia di stato, consulta di quartiere, Arci e cooperativa Anrnera.

L'iniziativa Satis, messa in atto per contrastare il fenomeno, prevede un sistema di interventi finalizzati all'emersione delle vittime e a garantire loro, in via transitoria, adeguate condizioni di vitto, alloggio e assistenza sanitaria. Si tratta di uno dei 24 progetti che hanno beneficiato di un contributo governativo.

Satis, classificatosi al sesto posto, ha ottenuto 1milione e 300mila euro e va a sostituire e implementare il precedente progetto Contratto, che fu ideato con le stesse finalità. Avrà un costo complessivo di 1milione e 513mila 460 euro: oltre 231mila euro saranno versati da partner pubblici e privati; la Regione Toscana trasferirà ulteriori 120mila euro alla Società della Salute della zona pisana, l'ente capofila del progetto, per gli interventi di supporto alla presa in carico da parte degli enti locali.

La presentazione di Satis e dei dati sulla prostituzione raccolti in questi mesi si sono conclusi con un simbolico lancio di palloncini davanti al palazzo comunale (vedi galleria fotografica).

Quello della prostituzione minorile è tuttavia solo uno fra i molti aspetti dello sfruttamento che Satis si propone di ostacolare. Le azioni riguardano in generale uomini e donne vittime dello sfruttamento lavorativo, di forme di violenza o sfruttamento in ambiti come l'accattonaggio e le attività illegali forzate, quali lo spaccio, il furto per conto di terzi o matrimoni forzati.

Satis avrà la durata di 15 mesi. La Società della salute e gli altri enti coinvolti allestiranno programmi di assistenza e integrazione sociale, azione di identificazione e prima assistenza, strategie di prevenzione, protezione e reinserimento socio-lavorativo delle vittime.

A breve partirà anche la campagna di volantinaggio nel quartiere della stazione, quello rivolto ai clienti delle ragazzine minorenni per metterli al corrente delle sanzioni cui andrebbero incontro e che non ha mancato di suscitare dibattiti.

Su questo l'assessore al sociale Marco Cecchi si è detto intransigente: "Stiamo parlando di minorenni costrette a prostituirsi. La volontà, insomma, non c'entra. Qua non vale la logica del mestiere più antico del mondo. Spesso le ragazzine sono vittime di coercizione fin dalla partenza dal terra di origine. E' nostro dovere fare il possibile per aiutarle e per mettere i clienti davanti alla responsabilità delle loro azioni".

Questi, spiegano gli operatori del tavolo sulla tratta, sono soprattutto uomini anziani che frequentano la zona della stazione e il viale Rinaldo Piaggio.


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