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Attualità venerdì 07 agosto 2015 ore 15:30

Nella città etrusca si sfidavano i gladiatori

Un altro gioiello scoperto a Volterra: potrebbe trattarsi di un anfiteatro romano trovato per caso durante i lavori del Consorzio di bonifica



VOLTERRA — Una città che non finisce mai di stupire e che regala al mondo intero un'altra straordinaria testimonianza della storia antica. Celato sotto terra per secoli ci sarebbe un anfiteatro romano.

Una scoperta che potrebbe cambiare la storia dell’archeologia volterrana, e non solo. E' stata rinvenuta una struttura muraria, di forma ellittica, della lunghezza di 80 metri che farebbe pensare ad un anfiteatro di epoca romana. Se confermato, come pare, sarebbe il più importante ritrovamento di un anfiteatro romano degli ultimi 100 anni. La memoria del monumento si era infatti completamente perduta nel corso dei secoli.

I dettagli della scoperta sono stati illustrati questa mattina in una conferenza stampa a Firenze alla presenza del presidente della Toscana Enrico Rossi, del sindaco Marco Buselli, di Andrea Pessina soprintendente per i beni archeologici della Toscana e della funzionaria della Soprintendenza ed archeologa Elena Sorge, insieme a Marco Monaco, presidente del Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno.

Una scoperta tanto importante, quanto casuale: l'8 luglio in una piccola valle oblunga nei pressi di Porta Diana, immediatamente ad ovest del cimitero comunale di Volterra e a sud della necropoli etrusca del Portone, sono emerse durante alcuni lavori, le strutture murarie dallo sviluppo lineare di oltre 20 metri. 

Una prima indagine, condotta sul campo dalla dottoressa Daria Pasini e dottor Francesco Carrera sotto la direzione scientifica della dottoressa Sorge, ne ha riportato in luce pochi filari, messi in opera con la stessa tecnica costruttiva del teatro romano di Volterra, scoperto in Vallebona negli anni '50, e caratterizzati da un andamento spiccatamente curvilineo

Successivamente, lo scavo ha consentito di mettere in evidenza in due saggi, uno a sud e l’altro a nord, ulteriori 20 metri lineari della medesima muratura per un totale di 42 metri, ad andamento curvilineo costante, che orienta verso uno sviluppo ellittico della pianta

Se così fosse, si tratterebbe di un edificio pubblico romano di straordinaria rilevanza, probabilmente a carattere ludico, quasi certamente un anfiteatro destinato a giochi gladiatori.

Allo stato attuale non è possibile proporre una ricostruzione planimetrica, tuttavia se l’andamento ad ellisse dovesse essere confermato, avrebbe un asse maggiore intorno agli 80 metri, ed un asse minore di circa 60 metri.

Altrettanto non è possibile al momento valutare la potenza dell’interro, ovvero per quanti metri l’edificio sia conservato al di sotto dell’attuale piano di campagna. Così come le dimensioni dell’ellisse fanno escludere che si sia ancora individuato il piano dell’Arena, sebbene si possa ipotizzare un anello mediano o superiore, che implicherebbe la necessità di uno scavo, a Volterra, pari solo a quello del teatro romano scoperto negli anni ’50 da Enrico Fiumi.

Dicevamo una scoperta casuale: da tempo sono in corso opere di ripristino e bonifica di corsi d’acqua secondari ad opera del Consorzio di Bonifica del Basso Valdarno che hanno riguardato anche quella zona di Volterra. Secondo quanto previsto dalla normativa, la Soprintendenza Archeologia della Toscana, tramite la dottoressa Sorge, Funzionario archeologo responsabile del territorio volterrano, ha richiesto che, per l’intero percorso, le operazioni venissero seguite da archeologi professionisti, nel caso specifico la ditta Giano di Pisa verificare la presenza di eventuali sedimenti d’interesse storico.

La scoperta dell'anfiteatro, una vera sorpresa, troverebbe qualche appiglio storico in alcune fonti erudite, in particolare Raffaello Maffei, fine del Quattrocento, e Lodovico Falconcini, un secolo più tardi, menzionano espressamente l’esistenza a Volterra di un anfiteatro, ma sinora tali passaggi sono stati considerati di scarsa affidabilità e frutto di equivoco col noto edificio di Vallebuona.

Inoltre, alla fine dell’Ottocento, durante gli scavi di realizzazione del cimitero comunale, più specificatamente nell’area antistante l’ingresso, l’architetto Aristodemo Solaini, nello scrivere al Sindaco di Volterra, lamenta un ritardo nei lavori a causa del rinvenimento di "una massa considerevole di terra da getto, da ritenere che un tempo in quella località vi fossero fatte delle grandiose escavazioni di pietra, dimostrandolo con alcuni pezzi di panchina scalpellati, ivi rinvenuti, nella sua maggiore profondità, cioè a metri 11,50 dal piano del nuovo piazzale antidetto".

Questo fonte storica verrebbe quindi a confortare l’ipotesi di un edificio in gran parte interrato fino a grandissima profondità. E che oggi starebbe tornando alla luce e, se confermato nelle ipotesi, appunto, potrebbe ridisegnare la mappa archeologica di Volterra e della Toscana.


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