Pisa Sporting Club

Anche Adiconsum Pisa si schiera contro il divieto di trasferta

L’associazione a tutela dei consumatori interviene nel ricorso al TAR del Lazio, definendo il provvedimento “ingiusto e discriminatorio”

A pochi giorni dall'udienza del ricorso al Tar, con il Centro di Coordinamento Pisa Clubs e un tifoso che hanno chiesto di ridiscutere la decisione, ma anche dopo il sostegno del CSI di Pisa, anche Adiconsum entra ufficialmente nel ricorso contro il decreto del Ministero dell’Interno che vieta ai tifosi nerazzurri di seguire la squadra in trasferta per tre mesi. L’associazione, con il suo presidente Pier Luigi Masi, assistita dal professor Andrea Patanè, ha annunciato la propria costituzione in giudizio davanti al TAR del Lazio, dove l’udienza è fissata per il 25 Novembre

Secondo quanto spiegato da Adiconsum, la decisione del Ministero rappresenta "una misura ingiusta che non entra nel merito delle responsabilità di chi ha causato gli scontri avvenuti prima della partita Pisa-Hellas Verona del 18 Ottobre scorso". L’avvocato Patanè ha sottolineato che si tratta di "un errore grave non distinguere le responsabilità degli incidenti", ribadendo come "sia evidente che il gruppo di facinorosi provenienti da Verona abbia marciato indisturbato fino alle soglie dell’Arena Garibaldi, frequentata da tifosi, famiglie e cittadini comuni".

L’associazione ha espresso forte critica verso un provvedimento che, a suo avviso, punisce indiscriminatamente anche chi non ha alcuna colpa: "Sanzionare in egual misura le due tifoserie, colpendo un’intera collettività, è un atto profondamente ingiusto per le famiglie che vivono il tifo come espressione di identità e appartenenza".

Adiconsum ha ricordato che i tifosi sono a tutti gli effetti “consumatori” ai sensi delle norme vigenti, e che lo Stato dovrebbe tutelarli, non penalizzarli. "È necessario valorizzare il tifo sano, che rappresenta un’occasione di aggregazione, solidarietà e crescita personale", si legge nel documento.

L’associazione auspica infine "un ampio movimento di opinione all’interno della comunità civile pisana", invitando a riportare la questione all’interno di una dialettica pubblica “normale e pacifica” tra cittadini e istituzioni