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Aspettando Lo schiaccianoci

Dopo il primo incontro di presentazione dell’intera rassegna di danza, il Foyer del Teatro ospiterà ancora la critica di danza Silvia Poletti

Tutto pronto per il secondo appuntamento con la conversazione - aperitivo a cura di Silvia Poletti. La giornalista e critica di danza illustrerà il prossimo titolo in cartellone: Lo schiaccianoci.

Dopo il primo incontro di presentazione dell’intera rassegna di danza, sabato 17 gennaio alle  11, nel Foyer del Teatro, per il ciclo Danza e Dintorni una delle studiose di danza e critiche più note e apprezzate in Italia, Silvia Poletti, presenterà In attesa de Lo schiaccianoci, di scena mercoledì 21 gennaio al Teatro Verdi con il Balletto di Milano per la coreografia del giovane Francesco Veratti.

Una visita guidata al celebre balletto nato dall`incontro tra Marius Petipa, autore del libretto, e il genio musicale di Piotr Ilic Ciajkovskij, attraverso le molteplici e celebri riletture di questo titolo realizzate da autori italiani e stranieri.

Rappresentato per la prima volta al Teatro Marinskij di San Pietroburgo nel 1892 – con l’italiana Antonietta Dell’Era nel ruolo della Fata Confetto – Lo Schiaccianoci fu in realtà coreografato dall’assistente di Marius Petipa, Lev Ivanov, che si attenne però alle indicazioni del Maestro, e si sviluppa attraverso tre motivi narrativi in un crescendo spettacolare che culmina in un momento di supremo romanticismo con l’apoteosi dell’amore.

Di questo balletto romantico, sognante e profondo, che con la propria magia continua a sedurre grandi e bambini, vanno ricordate diverse versioni, fra cui quelle di Nureyev, di Balanchine, di Neumeier.

E proprio di queste coreografie, e anche di altre, parlerà Silvia Poletti, con la profondità d'analisi e la gradevolezza che le sono consuete, attraverso vari filmati che offriranno la preziosa opportunità di vedere estratti dal classico allestimento di Petipa-Ivanov con il Royal Ballet, a quella del tartaro volante Rudolf Nureyev registrata al Covent Garden del 1968, a quella di George Balanchine del 1993, fino a quelle contemporanee di Marc Morris, di Matthew Bourne, temperamento geniale e spirito irriverente, e di John Neumeier, fra i più interessanti e fecondi coreografi della sua generazione, dal 1973 alla guida dello strepitoso Hamburg Ballet.