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"Lo vadano a dire a chi non ha più la casa"

Il sindaco di Calci Ghimenti respinge con forza le dichiarazioni della Protezione Civile, che ha detto no allo stato di emergenza per il Serra

Il sindaco di Calci Massimiliano Ghimenti

"Diciamo le cose come stanno. La Protezione Civile, che dipende dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, ha dichiarato che l'emergenza che ha colpito il Monte Pisano non merita l'aiuto del Governo".

Il sindaco di Calci, Massimiliano Ghimenti, non ha ancora smaltito la rabbia per quanto dichiarato dalla Protezione Civile nazionale, che ha detto no allo stato di emergenza nazionale per l'incendio di settembre del Monte Serra e, anche oggi, è andato giù duro.

"Qui c'è scritto che non c'è bisogno dell'aiuto del Governo per fronteggiare la situazione dell'incendio ma soprattutto del post incendio e del rischio idraulico e idrogeologico. Noi respingiamo la valutazione e quanto viene detto sull'analogia con altre situazioni. Se hanno sbagliato prima, non vuol dire che bisogna continuare a sbagliare. In secondo luogo, nella nota, il Dipartimento della Protezione Civile scrive che non ci sono danni alle infrastrutture, che è falso perchè ci sono perizie che lo dimostrano e che le case sono state lambite dal fuoco. Lo vadano a dire - si infervora il sindaco - a quelle dodici famiglie che hanno la casa fortemente danneggiata e in particolare alle sette che hanno la casa da demolire e da ricostruire. Lo vadano a dire a loro che sono state lambite. Le case sono state distrutte dal fuoco e ci sono persone che non hanno più l'abitazione"

"Questa è la realtà - conclude Ghimenti - ci aspettavamo una assunzione di responsabilità e un aiuto, invece la risposta è arrangiatevi".

Ieri il consiglio comunale di Vecchiano, in maniera unitaria, ha votato un ordine del giorno nel quale si chiede un "Ripensamento" al Governo, mentre il sindaco di Vicopisano Juri Taglioli ha aggiunto che il "Territorio ha bisogno di aiuto" e ci "Impegneremo affinchè ci sia un cambiamento di rotta" attuando anche "Forme di protesta congiunta".