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Piscina della Gabella, polemiche sulla chiusura

L'Asd Nuoto La Gabella annuncia la possibile non riapertura dell'impianto e parla di "divergenze" fra proprietà e Comune. Che prontamente precisa

Le piscine a La Gabella

L'annuncio dell'Asd Nuoto La Gabella sulla possibile chiusura dell'impianto della frazione ha messo in allarme l'amministrazione comunale, che ha voluto subito precisare la situazione circa i rapporti con la proprietà dell'impianto.

"Cari Amici - questa la comunicazione dell'associazione sportiva ai soci -, con grande dispiacere vi comunichiamo che ASD Nuoto La Gabella sta facendo di tutto, e ha fatto di tutto, per riaprire in massima sicurezza per l'estate 2020, tuttavia l'attuale profonda incertezza di una quasi certa non riapertura della stagione invernale (a prescindere dall'emergenza Covid), non ci consente di ottenere delle prospettive e dei finanziamenti per permetterci tale sforzo. Informalmente la proprietà ha comunicato l'impossibilità di portare avanti le future stagioni a causa di divergenze col Comune. Sul territorio verranno quindi a mancare tutti i servizi di nuoto libero, scuola nuoto, agonismo, pallanuoto, fitness, disabilità, fisioterapia e collaborazioni con società sportive del territorio in diverse discipline (triathlon, apnea, sub). Nella speranza di una evoluzione positiva della situazione, confidiamo nella comprensione di tutti voi e nel maggior supporto possibile".

"Le divergenze di cui parla la Asd Nuoto La Gabella non hanno alcuna attinenza con la prospettata chiusura della piscina annunciata tramite social network - questa la precisazione dell'amministrazione comunale -. Se la società immobiliare, proprietaria della piscina, pensa di far ricadere le sue scelte imprenditoriali affrettate e scomposte sul Comune a danno di sportivi, lavoratori e di tutto il territorio calcesano ha sbagliato strada". 

"Respingiamo quindi con fermezza al mittente le dichiarazioni rilasciate - hanno aggiunto dal palazzo comunale -, in quanto non sussistono elementi di contrasto sulla piscina che, per il Comune, lavorava e può continuare a lavorare sia quest'estate che il prossimo inverno. Se le divergenze a cui fa riferimento la proprietà - apparentemente poco interessata al futuro sportivo di Calci - sono invece riferite ad altri problemi che ella stessa ha creato sull'area o a proposte di sviluppo edilizio-urbanistico al momento non attuabili (ma comunque prese in considerazione dal Comune tra gli obiettivi dei propri strumenti urbanistici in fase di redazione), allora questo è inaccettabile"

"Usare la buona fede degli sportivi e dei lavoratori per forzare le scelte di una Pubblica Amministrazione su temi così delicati quali gli abusi edilizi, la trasformazione del territorio e il consumo di nuovo suolo è da condannare. Pertanto - concludono dal Comune - se la società immobiliare confermerà la volontà di chiudere una struttura che funziona, se ne assumerà totalmente ogni tipo di responsabilità e questo sì che sarà l'elemento di contrasto che farà venir meno la disponibilità del Comune ad individuare interessi pubblici sull'area"-