Il congresso del Partito Democratico pisano si ferma bruscamente. Il voto previsto nel circolo di Riglione è stato rinviato a data da destinarsi, in attesa di una riunione cruciale degli organismi di garanzia. È questo l’ennesimo segnale di una crisi interna che da settimane spacca in due il partito, tra fazioni in lotta e accuse incrociate sulla legittimità delle tessere e dei procedimenti congressuali.
Alla base del rinvio, formalmente, c’è una generica esigenza organizzativa. Si è già una riunione della commissione di garanzia che ha deliberato: sull'istanza di Ceccanti in merito a San Marco e al Cep non è competente e ha rinviato e gli atti e, sui congressi, ha auspicato che il congresso di Pisanova si svolga al termine, mentre gli altri possono proseguire.
Il confronto si è trasformato in uno scontro duro tra le due anime storiche del Pd locale: da una parte i riformisti, dall’altra l’area di sinistra interna. Il clima si è surriscaldato anche per la questione delle tessere, con iscrizioni ritenute irregolari e uno stillicidio di ricorsi e controaccuse che rischiano di compromettere anche le alleanze future.
Nonostante il caos, al Cep si è votato. Su 98 votanti, Marco Biondi ha ottenuto 46 preferenze, mentre Iannella si è fermato a 4. Un risultato che certifica la spaccatura perfetta del partito, incapace di uscire dalla paralisi. La situazione ha generato tensioni e continuerà ad essere monitorata al proseguo del congresso.