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Caritas, ecco i numeri della povertà a Pisa

Oltre 3mila persone seguite dalla Diocesi e povertà minorile in crescita: l'associazione fa il punto per la Giornata della povertà voluta dal papa

Il cortile del palazzo arcivescovile di Pisa

Alcuni dati sono in leggero miglioramento rispetto al 2020, ma la "normalità" pre pandemia sembra ancora molto lontana. I dati della Caritas diocesana di Pisa relativi al 2021 parlano di un minor numero di persone seguite rispetto al 2020, ma comunque superiore a quello del 2019.

In generale, le persone incontrate sono passate da 2.146 a 1.871, con una riduzione di circa il 13% in un anno. Le persone seguite, però, complessivamente, sono più di 3mila: se s'includono anche i figli, infatti, si arriva a 3.332 per il 2020 e a 3.090 per il 2021.

"Bisogna considerare che, da quando abbiamo cominciato a rilevare e analizzare i dati, il 2020, primo anno di pandemia, è stato in assoluto il peggiore - ha spiegato don Emanuele Morelli, direttore della Caritas pisana - quello in cui il numero delle persone incontrate è stato il più alto in assoluto. Subito dopo, però, c'è il 2021".

Il confronto tra 2021 e 2019, infatti, fa ancora riflettere sulla portata dell'emergenza sociale scaturita dal Covid. In due anni le persone che hanno richiesto l'aiuto della Caritas sono aumentate del 22,4%, passando da 1.524 a 1.871; e se s'includono anche i minori conviventi la percentuale sale al 33,5%, con aumento da da 2.315 a 3.090 persone.

Del resto, a fare le spese dell'onda lunga della pandemia sono soprattutto le famiglie con bambini: i figli minori di nuclei seguiti dall'Ufficio per la pastorale della carità della Diocesi di Pisa, infatti, sono cresciuti, addirittura, del 54% dal 2019 al 2021.

Infine, il conflitto russo-ucraino, che ha causato il consistente flusso di cittadini ucraini verso l'Italia e, di conseguenza, anche verso la Toscana e il Comune di Pisa, ha ridisegnato la geografia della povertà cittadina. Gli ucraini, in appena sei mesi, sono divenuti la prima comunità straniera fra quelle che si sono rivolte ai servizi della Caritas (11,9%, seguita dal Marocco con il 6,7 e dal Senegal con il 6,3%).

Di conseguenza, si è invertita anche la tendenza, costante da ormai una decina d'anni, di progressiva riduzione della forbice fra italiani e stranieri che si rivolgono ai servizi dell'Ufficio per la pastorale della carità: fra i nuovi poveri dei primi sei mesi dell'anno gli italiani, che erano il 38,6% nel 2021, scendono al 22,5; gli stranieri, invece, passano dal 61,4 al 77,5%.