Attualità

La casa "Nonno Gino" aperta ad anziani e disabili

Due anni fa Sara Casarosa perse il nonno e decise di riservare la sua abitazione al fratello Matteo e agli altri ragazzi con le sue stesse difficoltà

Via Carraia, numero 100, una manciata di metri dopo la chiesa di San Miniato a Marcianella, gioiello romanico dell’anno 1000, nel comune di Cascina. E’ lì la casa di “nonno Gino”, una villetta nel verde, con le galline che razzolano nel giardino e il nipote Matteo, gli amici dell’associazione “La Rosa Amara” e gli altri nonni dei centri aggregativi per anziani Il Giardino di Navacchio e Cascinese che dall’inizio dell’anno sono i nuovi padroni di casa.

E’ una storia tutta da raccontare quella di quest’abitazione della campagna cascinese che stamani è stata visitata dalla Presidente della Società della Salute della Zona Pisana, Gianna Gambaccini, accolta da volontari, operatori, dalla presidente del consiglio comunale di Cascina Elena Meini e dal consigliere Daniele Funel. Perché Gino Casarosa non c’è più da due anni, ma nel frattempo quella casa è diventata un punto di riferimento per i ragazzi disabili del territorio: sono già cinque o sei quelli che la frequentano abitualmente.

Il tutto grazie all’incontro fra due intuizioni e volontà. Elena Meucci è la presidente de “La Rosa Amara”, associazione impegnata nella integrazione sociale dei disabili e nell’incontro e nell’accoglienza della diversità. Che da gennaio gestisce il progetto “Abitare Solidale”: “Una volta al mese organizziamo fine settimana lunghi in questa bellissima casa – dice -: i ragazzi arrivano il venerdì e ripartono la domenica e con noi molte volte restano a dormire anche gli anziani dei centri aggregativi. Coltiviamo l’orto, prepariamo la pasta fatta in casa, organizziamo uscite nel territorio. E’ un modo per stimolare l’autonomia dei ragazzi coinvolgendo il territorio e la comunità”.

Accanto a lei c’è Sara Casarosa, la nipote di Gino: “Due anni fa, quando nonno è venuto a mancare, ho deciso che questa casa doveva diventare uno spazio a disposizione di mio fratello Matteo, che da tempo frequentava i laboratori de “La Rosa Amara”, e per gli altri ragazzi con difficoltà simili alle sue”. Così prima l’ha ristrutturata, pensandola proprio per un progetto come “Abitare Solidale”: realizzando dodici posti letto, un salone centrale con tanto di camino per riunioni e incontri e una nuova cucina, ideale per laboratori. E poi l’ha messa a disposizione dell’associazione. “Adesso è davvero casa loro – dice -: basti dire che quando qualcuno va a trovarli, lo fanno accomodare e gli offrono il caffè. Proprio come si fa con gli ospiti”.

Il progetto è partito dall’inizio dell’anno, grazie anche al sostegno della Fondazione “Il cuore si scioglie” e della sezione soci di Navacchio di Unicoop Firenze e alla collaborazione del Comune di Cascina. Ma altri partner sono in arrivo: “Questo progetto ha caratteristiche uniche nel territorio della nostra zona – dice Gambaccini -: già dalla prossima settimana incontrerò i rappresentanti dell’associazione perché è nostra intenzione sostenerlo in modo tangibile”.

Nella foto: la Presidente della Società della Salute della Zona Pisana Gianna Gambaccini con i volontari, gli operatori e i ragazzi de “La Rosa Amara” e gli anziani dei centri aggregativi cascinesi.