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Famiglia sotto sfratto, scatta la protesta

Presidio in via Alessandrini in supporto alla famiglia sotto sfratto. L'Unione inquilini: "Ad oggi l' unica risposta dei servizi sociali è l'albergo"

Unione Inquilini, Rebeldia, Africa Insieme Rifondazione, Sinistra Per e Sinistra per Cascina in presidio questa mattina in via Alessandrini in supporto ad una famiglia con minori sotto fratto.

"Accompagneremo la famiglia in Comune  - si legge in un comunicato- e chiederemo risposte per tutte le famiglie che si trovano nella stessa situazione nel territorio comunale".

"Cascina è oggi in una situazione di fortissima emergenza abitativa - proseguono Unione Inquilini, Rebeldia, Africa Insieme Rifondazione, Sinistra Per e Sinistra per Cascina - Anni di deboli politiche abitative hanno portato ad una totale assenza di alloggi popolari disponibili all’assegnazione e ad una carenza di soluzioni abitative d’emergenza per gli sfrattati che vengono albergati per una decina di giorni e poi lasciati al loro destino.

Gli organizzatori del presidio si rivolgono alla sindaca Susanna Ceccardi: "In campagna elettorale aveva promesso soluzioni rapide ed efficaci al fine di ottenere i voti utili ad aprirle le porte del Comune di Cascina".

"In questo scenario drammatico - si legge ancora nel comunicato -  questa mattina una famiglia assisterà al ventesimo accesso dell’ufficiale giudiziario, questa volta accompagnato dalla forza pubblica, richiesta appunto per eseguire lo sfratto".

"Lo sfratto - aggiungono le associazioni- è stato convalidato nel Novembre 2014 e rinviato tantissime volte grazie alla disponibilità del proprietario che, attraverso il suo legale aveva provato anche a contattare la Sindaca e l’assessore al welfare per chiedere una soluzione abitativa per la famiglia senza ottenere alcuna risposta". 

La proposta di Unione Inquilini, Rebeldia, Africa Insieme Rifondazione, Sinistra Per e Sinistra per Cascina: "Un censimento degli alloggi privati sfitti per convincere i pluri-proprietari che li detengono a concederli in locazione al Comune al fine di utilizzarli per l’emergenza abitativa. Laddove gli stessi proprietari negassero la loro disponibilità a concedere in locazione gli appartamenti - concludono- sarebbe opportuno provvedere all’aumento delle tasse in proporzione delle proprietà e, in caso di diniego, alla requisizione degli alloggi sfitti".