Cronaca

Combustione illecita di rifiuti, tre arresti

Stavano bruciando del materiale di varia natura anziché smaltirlo secondo le norme. I carabinieri ancora in azione all'ex Galasso

Una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile, in turno nella notte tra sabato e domenica, nel transitare sulla strada statale Aurelia, ha notato una densa nube di fumo nero provenire dall’interno dell’area dell’ex ditta Galazzo, dove abusivamente risiedono famiglie di rom rumeni.

L’auto dei Carabinieri è entrata all’interno dell’ex sito industriale a luci spente, notando che attorno al fuoco che aveva generato le nubi di fumo, vi erano tre persone intente a bruciare copertoni ed altri rifiuti; scesi dall’autoradio i due militari si sono avvicinati al fuoco, riuscendo a bloccare i tre. In quel contesto i militari hanno dapprima ipotizzato che i responsabili stessero bruciando del rame da rivendere poi al mercato nero, salvo poi accertare che in realtà ciò che bruciava erano soltanto rifiuti che però, per loro natura, andrebbero smaltiti secondo le previste procedure.

Le persone venivano pertanto arrestate, ammanettate e assicurate all’interno dell’autoradio di servizio, per poi essere accompagnate in caserma per le operazioni di rito.

I tre soggetti, tra i quali una donna, sono conosciutissimi alle forze dell’ordine, per essere stati più volte denunciati, in concorso con altri, per l’occupazione abusiva della stessa area e per reati contro il patrimonio, principalmente furto.

Il reato contestato, di natura ambientale, è l’art. 256 bis (combustione illecita di rifiuti) del decreto legislativo 152 del 2006 del testo unico in materia ambientale, che prevede una pena che va da tre ai sei anni di carcere. E’ una norma inizialmente pensata per l’emergenza rifiuti in Campania, ma che di fatto è estendibile ovunque vi siano roghi incontrollati di rifiuti.

Il pubblico ministero disponeva, nei confronti degli stessi, la remissione in libertà, non ritenendo di dover adottare misure cautelari.