Lavoro

Commercio al dettaglio, calano le vendite anche nella grande distribuzione

Tengono solo i grandi magazzini, con strategie promozionali e offerte. La crisi delle famiglie affonda il comparto non alimentare

Le piccole aziende soffrono di più. Ma non è che il resto del settore distribuzione se la passi poi troppo bene.

Secondo l’indagine sull’andamento del commercio al dettaglio pisano, infatti, nel penultimo trimestre dell’anno, il settore ha registrato un calo del -4,9%, meno deciso di quanto rilevato a livello nazionale, -5,6%, ma tuttavia ancora preoccupante.

L'indagine sulla congiuntura delle imprese del commercio al dettaglio, consuntivo III trimestre 2013 e aspettative IV trimestre 2013, è stata elaborata dall’Ufficio Studi e statistica della Camera di Commercio di Pisa su di un campione rappresentativo di unità commerciali con dipendenti della provincia.

A soffrire di più, secondo l'indagine, sono le piccole unità, quelle da 1 a 5 dipendenti, che segnano una diminuzione delle vendite pari a -6,4%, mentre le medie strutture, da 6 a 19 addetti, riescono a bloccare la negatività a -4,7%. Migliora invece la propria performance, dopo ben nove trimestri di difficoltà, la grande distribuzione (unità con 20 addetti e oltre) che porta l’ago della bilancia quasi al pareggio (-0,4%).

Tra i diversi settori di attività, chi prova a risollevare le sorti del commercio al dettaglio segnando un +1,9%, sono gli ipermercati, supermercati e grandi magazzini in grado di attivare strategie promozionali e politiche di prezzo tendenti al mantenimento di quote di mercato.

Anche gli esercizi specializzati in generi alimentari, pur rimanendo in terreno negativo (-6,6%), migliorano il risultato rispetto al trimestre precedente.

Le ridotte capacità di spesa delle famiglie influenzano invece in maniera inesorabile il comparto non alimentare che, con un -5,4%, prosegue il trend discendente. In particolare il settore abbigliamento e accessori si conferma il peggior settore all’interno del comparto non alimentare con un calo del -6,3%. Lo stesso vale sia per le vendite di prodotti per la casa ed elettrodomestici, che segnano una flessione del -5,4%, sia per gli altri prodotti non alimentari (un settore piuttosto eterogeneo che comprende i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria e articoli di seconda mano) che calano del -5,1%.