Lavoro

Confcommercio contro i rincari su Cosap e Iuc

Pieragnoli: "O si pone un limite a queste tasse, oppure il rischio è la bancarotta per tutti"

Federico Pieragnoli

Non si può continuare a fare manovre di bilancio sulla pelle di commercianti e imprenditori. E' questo il commento di Federico Pieragnoli, direttore di ConfcommercioPisa, sui previsti aumenti delle tasse locali le cui tariffe vengono stabilite dal comune. “Tasse, tasse e ancora tasse. La strada intrapresa dall'amministrazione comunale sembra non prevedere alcun tipo di alternative e ripensamenti alla via maestra di continuare a mettere le mani in tasca agli imprenditori.

A partire dalla Cosap, sul quale l'assessore Serfogli si era pubblicamente impegnato a ripristinare le esenzioni previste nel 2013. Ed invece, niente da fare, l'ultimissimo regolamento presentato non prevede la riduzione del 50per cento così come gli imprenditori chiedono da oltre sei mesi, ma si limita a una insoddisfacente rimodulazione delle percentuali nell'ordine del 40per cento, 30per cento e 20 per cento. Misura non sufficiente, che non allevia per nulla la pressione fiscale che grava su commercianti e pubblici esercizi, pressione ampiamente superiore il 60per cento del reddito prodotto”.

A Pisa più che altrove, nell'ultimo anno, le piccole e medie imprese hanno avvertito un aumento significativo della fiscalità locale, mentre i costi amministrativi e burocratici che debbono sostenere le nostre imprese sono tra i più alti del paese, a Pisa si spendono oltre 13mila euro l'anno per costi amministrativi, in Toscana 11.850, in Italia 11.980). Anche alla luce di questo contesto, in cui la priorità per l'88per cento degli imprenditori locali è proprio la riduzione delle tasse, il direttore Pieragnoli contesta anche l'introduzione della tassa di scopo: “Questo mi sembra davvero troppo. Le imprese chiudono, oppure con grande fatica arrivano alla fine del mese, cercando di mantenere intatti servizi e personale e l'amministrazione comunale si inventa anche la tassa di scopo. Tutto questo non si può accettare, nel momento in cui entra in vigore l' Imposta unica sul commercio, l'aliquota Imu per capannoni e alberghi è spinta al massimo, e anche per la Tares sono previsti ulteriori aumenti. Basta, basta, basta. Il comune è un pozzo senza fondo, che in un annus horribilis per le imprese, costrette a risparmi forsennati, ha fatto lievitare i costi di gestione di 14 milioni di euro, mentre a furia di tassare e tassare, mancano all'appello ben 3 milioni di euro di proventi da tasse rispetto al 2012. E' chiaro che questa strada è un fallimento: o si pone un limite a questa logica, oppure il rischio è la bancarotta per tutti”.