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Confcommercio, "Pisa Crea, un altro carrozzone"

Dall'associazione critiche piccate all'annuncio del sindaco Conti sulla nuova società partecipata: "Non accetteremo sperperi di denaro pubblico"

Maestri Accesi (a sinistra) e il sindaco Conti

L'annuncio fatto nell'ultima seduta del Consiglio comunale dal sindaco Michele Conti sulla creazione di un'azienda partecipata pensata appositamente per l'organizzazione di eventi culturali e turistici riceve il primo, secco no.

Arriva da Confcommercio, che rispedisce al mittente l'idea di Pisa Crea, la società in house dedicata, appunto, a promozione e cultura. "Il sindaco è libero di costituire tutte le società che vuole - ha commentato il presidente di Confcommercio, Stefano Maestri Accesi - però, non vorremmo vedere è la creazione dell'ennesimo carrozzone messo in piedi con i soldi di imprese e cittadini".

"Programmazione e promozione turistica sono due punti cardine per la Pisa del presente e del futuro ed è inaccettabile che una realtà del genere prenda vita senza condividerne prima sostenibilità e contenuti - ha aggiunto - tra l'altro, le competenze della nuova società ricalcherebbero esattamente le deleghe dell'assessore al Turismo, come la valorizzazione e lo sviluppo di iniziative ed eventi turistici. Ci chiediamo che senso abbia istituire una società doppione di un assessorato".

Maestri Accesi non si risparmia nelle critiche all'idea del sindaco Conti, peraltro già annunciata durante la scorsa campagna elettorale. "Non possiamo accettare organizzazioni più utili a rendere disponibile qualche poltrona anziché a offrire nuovi servizi - ha proseguito - anche considerando che Pisa Crea sarebbe finanziata con denari pubblici e con i proventi della tassa di soggiorno".

"Questi introiti dovrebbero essere utilizzati per gli importanti e necessari investimenti sul turismo, ma soprattutto di concerto con la nostra associazione, che ricordiamo è rappresentativa di oltre il 90% delle imprese turistiche e ricettive della città - ha concluso - non accetteremo in silenzio un simile sperpero di denaro pubblico".