Pisa Sporting Club

Conti: “Punizione ingiusta per i tifosi". Tutte le reazioni politiche

Il sindaco prende posizione, “Sproporzionato, serviva migliore gestione dell’ordine pubblico”. Le reazioni di Ziello, Mazzeo, Scarpa, Puccioni, Biondi

Si allarga il fronte politico contro la decisione del Ministero dell’Interno di vietare per tre mesi le trasferte ai tifosi del Pisa. La misura, adottata dopo i fatti di via Piave prima della gara contro il Verona, ha scatenato una raffica di reazioni indignate.

Il più netto è stato il sindaco Michele Conti, che ha espresso “forte contrarietà per una sanzione sproporzionata nei confronti di una tifoseria che, storicamente, si è sempre contraddistinta per correttezza e per numerose iniziative benefiche”. Conti ha sottolineato come “l’episodio avvenuto in via Piave poteva essere ampiamente evitato con una diversa e più efficace gestione dell’ordine pubblico”. “Doveva essere impedito – ha detto – a una frangia di facinorosi ospiti di partire a piedi dalla stazione di San Rossore e raggiungere le immediate vicinanze dello stadio, in un’area frequentata da molti tifosi pisani, comprese famiglie”. Il sindaco ha aggiunto di aver cercato in questi giorni “di tutelare la tifoseria pisana e di sottolineare la correttezza della stragrande maggioranza del pubblico nerazzurro”. Conti ha concluso, “Ci troviamo di fronte a una decisione che punisce chi non ha colpe, mortificando lo spirito sportivo e la passione di una città. Non mancherò di far sentire la mia voce in tutte le sedi opportune”.

Parole dure anche da Edoardo Ziello, deputato della Lega, secondo cui “lo stop di tre mesi alle trasferte è sproporzionato. Sono stati messi sullo stesso piano gli aggressori veronesi con gli aggrediti pisani che hanno difeso la città. È assurdo non aver presidiato la stazione di San Rossore, permettendo a duecento facinorosi di portare la guerriglia sotto le mura”.

Così anche l'assessore allo sport del Comune di Pisa Frida Scarpa, "Non ci stiamo. Resta ferma la condanna per ogni atto di violenza, ma oggi siamo di fronte a un provvedimento sproporzionato, non aderente al reale svolgimento dei fatti, che non tiene conto di un’evidente gestione fallace dell’ordine pubblico, in carico esclusivo alle questure per quanto riguarda gli eventi sportivi negli stadi e che risulta così punitivo di un’intera tifoseria appassionata e dedita alla nostra comunità, che da decenni attende di seguire la propria squadra anche in stadi che hanno fatto la storia del calcio mondiale. Faremo di tutto per far valere le ragioni e il valore dei nostri tifosi"

Critico anche Matteo Puccioni, consigliere provinciale e comunale PD a San Giuliano Terme, “È un’ingiustizia per i tifosi pisani e una sconfitta per l’ordine pubblico. Il cosiddetto ‘Daspo di massa’ colpisce migliaia di persone innocenti per coprire le carenze organizzative di chi doveva garantire sicurezza”.

Sulla stessa linea Matteo Biondi, consigliere comunale del Pd a Pisa, “Il divieto di trasferta appare una misura sproporzionata e incomprensibile. Si preferisce colpire indistintamente i tifosi invece di ammettere gli errori di gestione. Mi aspetto che il sindaco alzi la voce e chieda conto al ministro di una decisione così penalizzante per Pisa e per i suoi cittadini”.

Un commento arriva anche dal consigliere regionale Antonio Mazzeo, "La decisione firmata dal ministro Piantedosi di impedire ai tifosi del Pisa di seguire la propria squadra in trasferta per tre mesi è una scelta ingiusta e sproporzionata. Non si difende la sicurezza colpendo una tifoseria che, da sempre, si è fatta riconoscere per correttezza, attaccamento e tante iniziative solidali. Condannare la violenza è sacrosanto, ma altrettanto doveroso è pretendere che le responsabilità vengano individuate con precisione, senza scaricare tutto su una comunità di tifosi che ama lo sport e la propria città. L’episodio di via Piave andava prevenuto: serviva una gestione diversa, più attenta. Si puniscono i tifosi pisani per l'incapacità di chi doveva occuparsi dei tifosi veronesi. Chiedo al Governo di intervenire immediatamente per rivedere questo provvedimento e per assicurare che le misure di sicurezza vengano applicate con equilibrio e giustizia, senza colpire chi non ha colpe. Pisa e i pisani meritano rispetto. Ministro e governo, sul tema della violenza sportiva e della sicurezza in generale, devono invece assumersi le proprie responsabilità senza continuare a cercare altrove la causa dei loro fallimenti".