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Covid-19, chiesti aiuti per affitti studenteschi

La mediazione dei sindacati con la Regione ha portato i suoi frutti. Ma Udu Pisa - Diritti a Sinistra chiede misure per i fuori sede

"In un momento di emergenza come quello che ci troviamo ad affrontare è fondamentale il ruolo che svolgono i sindacati. È infatti grazie al duro lavoro congiunto tra Unione degli Universitari – Das Pisa, Unione degli Universitari – Firenze, CGIL e SUNIA che siamo riusciti ad ottenere importanti promesse dalla Regione Toscana", dice Udu Pisa - Diritti a Sinistra col suo coordinatore pisano Gabriele Montani.

"Proprio in questi giorni apprendiamo come il tema degli affitti, mosso in prima istanza dal sindacato studentesco Unione degli Universitari insieme al SUNIA, stia dando i suoi primi frutti: si stanno approvando delle misure che vadano a tutelare quei lavoratori e lavoratrici colpiti dalla crisi innestata dal COVID-19, crisi che ha messo molti soggetti nelle condizioni di impossibilità di pagare l’affitto.

Siamo soddisfatti del fatto che la Regione Toscana, accogliendo le nostre motivazioni, abbia deciso per prima di intervenire per aiutare le famiglie a sostenere i canoni di locazione, e che questo tema stia finalmente assumendo una connotazione nazionale proprio in questi giorni. A livello regionale sono stati già stanziati 8 milioni di euro in modo tale da andare a coprire gli affitti delle famiglie di lavoratori autonomi e dipendenti che abbiano subito una riduzione dello stipendio basandosi sul parametro dell’ISEE". 

"Tuttavia", ribadisce l'Unione degli Universitari di Pisa, "non risultano misure pensate ad hoc per la figura dello studente fuori sede, il quale, stando al criterio dell’ISEE pensato adesso, rischia di non essere tutelato. Chiediamo che la Regione predisponga delle misure per un sostegno concreto agli studenti fuori sede che si trovano a pagare un canone di affitto che, oggi più che mai, non possono permettersi. La certificazione ISEE non può essere uno strumento adatto per valutare i reali danni economici degli studenti universitari, che spesso non rientrano più nel nucleo familiare o che prima dell’emergenza si sostenevano con dei piccoli lavoretti, talvolta in nero.

Continueremo a dare voce agli studenti, perché questa crisi non siano loro a doverla pagare, perché possano sentire tutto il sostegno dalle istituzioni".