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Cia: "Basta paletti, ci servono regole precise"

L'appello degli agricoltori della provincia di Pisa alla Regione. Berti:"L'agricoltura è risorsa paesaggistica, ci diano le condizioni per lavorare"

Sono seimila le aziende agricole della provincia di Pisa messe a dura prova dalla crisi. Provate dalla burocrazia, dalla tassazione, dai costi e dal maltempo, faticano a stare in piedi. La richiesta univoca degli agricoltori, sono oltre dodicimila gli addetti al settore, è l'abbattimento di paletti sul piano paesaggistico regionale. 

Ecco perché la Confederazione Italiana Agricoltori della Provincia di Pisa interviene sul piano paesaggistico regionale e dice, con il direttore Stefano Berti: "Tutta l’agricoltura è risorsa paesaggistica. Il rischio di una wine valley in Toscana non esiste, dal momento che in dieci anni la superficie vitata è cresciuta soltanto del 2,5% e che essa rappresenta il 7% della superficie agricola toscana — aggiunge Berti — Ma se scendiamo, ad esempio, sul nostro territorio pisano già questi numeri cambiano: la superfice vitata è diminuita del 2,5%, quella agricola in generale del 27% e quella coltivata del 21%". 

Gli agricoltori quindi alzano la voce contro "allarmismi ingiustificati sullo sviluppo dell’agricoltura – evidenzia Berti con a fianco il coordinatore della giunta Pierfrancesco Rossi - si riconosca tutta l’agricoltura quale risorsa paesaggistica, si correggano gli obiettivi generalizzati di ‘contrasto’, ‘limitazione’, ‘ostacolo’ allo sviluppo dell’agricoltura, si mettano poche regole precise sulla base di rigorose valutazioni dei rischi". 

Ci sono aziende pisane che hanno dovuto attendere anni per l’autorizzazione ad alcuni lavori decisivi per l’attività o per costruire capannoni: "Ci sono zone della provincia di Pisa, anche degradate dal punto di vista ambientale, in cui costruire un capannone per il ricovero degli attrezzi - dice Rossi - costa tre volte di più che altrove. E invece quel capannone sarebbe un passo per un miglioramento ambientale".

La Cia propone un percorso di revisione del piano adottato, che preveda la piena attuazione del codice del paesaggio: "Poche regole chiare, precise e tecnicamente definite - dice il vicepresidente Francesco Elter - da recepire negli strumenti di pianificazione territoriale, per quelle situazioni nelle quali le condizioni geomorfologiche e di assetto idrogeologico suggeriscono le necessarie cautele, dando certezze agli operatori ed alle amministrazioni locali".