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Carismi, Barent's in pole position

Il fondo anglo panamense che opera nel ramo assicurativo è vicino a concludere l'accordo. Resta in piedi l'offerta della cordata De Bustis

Un'assemblea dei soci Carismi (foto d'archivio)

Sono giorni frenetici e decisivi per il futuro della Cassa di Risparmio di San Miniato. Sulle scrivanie del management della banca del cuoio ci sono le offerte del fondo Barent's e della cordata guidata dal banchiere Vincenzo De Bustis.

Dopo mesi di lunghe trattative e dopo una rottura inaspettata, quella di fine novembre con Pve Capital, questa sembrerebbe la volta buona come confermato anche dall'ottimismo che filtra dagli uffici di Palazzo Formichini.

Il condizionale, in questi casi, è d'obbligo ma sembra che l'offerta del fondo Barent's da 150 milioni (100 da parte degli anglo panamensi e 50 a fondo perduto in arrivo dal Fig, fondo interbancario di garanzia) abbia il gradimento di gran parte del management della banca e della fondazione e possa esser preferita a quella della cordata De Bustis.

I capitali serviranno per ricapitalizzare la banca del cuoio e metterla in sicurezza. 

Nei giorni scorsi da Carismi avevano smentito con forza la possibilità che l'istituto bancario cambiasse destinazione (da banca ad assicurazione) in seguito all'entrata di Barent's. 

La situazione di Carismi è vissuta con trasporto dagli oltre 600 dipendenti e nei mesi scorsi anche i sindaci Vittorio Gabbanini, Giulia Deidda e Gabriele Toti avevano espresso preoccupazione.

Il conto alla rovescia è iniziato, mancano dieci giorni alla fine di gennaio. Entro il 31 del mese la situazione della Cassa di Risparmio di San Miniato dovrebbe essere chiarita, definitivamente.