Spettacoli

Dal piroscafo Duilio, l'arrivederci alla prosa

Massimo Ranieri e Viviani Varietà sul palco del Teatro Verdi

Viviani Varietà. Poesie, parole e musiche del Teatro di Varietà di Raffaele Viviani, messo in prova nel 1929 sul piroscafo Duilio in viaggio da Napoli a Buenos Aires, ha chiuso con successo la stagione di prosa del Teatro Verdi di Pisa.
Lo spettacolo, diretto da Maurizio Scaparro, è andato in scena sabato 12 e domenica 13 aprile. Massimo Ranieri interpreta Raffaele Viviani che, diretto in Argentina alla ricerca di fortuna con la sua compagnia teatrale, durante la traversata mette in scena lo spettacolo di fronte ai passeggeri del transatlantico. L’artificio metateatrale diventa lo strumento per raccontare tematiche che si intrecciano tra di loro: attraverso la figura dell’artista racconta le contraddizioni culturali di Napoli senza prescindere dal contesto storico dell’epoca, il periodo della Grande Depressione, la crescente emigrazione, la politica della corruzione richiamano alla crisi economica attuale; situazioni e atmosfere legate alla quotidianità diventano emblematiche del sistema socio-culturale. Il passaggio dell’equatore viene reso simbolo del confine di due universi, il mondo sudamericano avvertito come realtà ignota e misteriosa che viene esorcizzata con i canti e col divertimento. Le musiche, attinte dal repertorio del drammaturgo napoletano, sono anch’esse protagoniste dello spettacolo cabarettistico in cui si alternano a parti recitate e sketch comici in un susseguirsi di scambi di registri espressivi con passaggi da umoristici a nostalgici, da divertenti a riflessivi. Un’attenzione particolare viene poi dedicata al ruolo del teatro e dell’attore, alla perdita della loro centralità e alla condizione di povertà che li accomuna ai personaggi da loro stessi interpretati nella pièce. La galleria di ritratti riassume le figure tipiche partenopee riproducendole nel loro dialetto, nei loro tratti caratterizzanti e nella loro gestualità: lo scugnizzo, il guappo, il vinaio, l’acquaiolo, la meretrice, i clandestini sono interpretati magistralmente da Ernesto Lama, Roberto Bani, Angela De Matteo, Mario Zinno, Ivano Schiavi, Gaia Bassi, Rhuna Barduagni, Antonio Speranza e Martina Giordano. Aspetto innovativo è l’esecuzione dal vivo dell’orchestra, composta da Aniello Palomba (chitarra), Ciro Cascino (pianoforte), Luigi Sigillo (contrabbasso), Donato Sensini (fiati) e Mario Zinno (batteria).