Politica

Cnr, appello alla stabilizzazione dei precari

Approvata la mozione che impegna la giunta regionale ad attivarsi con Governo e Parlamento. Consiglieri PD: “Ricerca è priorità per la Toscana"

“La ricerca è da sempre per la Toscana una risorsa strategica tanto che nell’ultimo programma regionale di sviluppo uno dei progetti è dedicato proprio a "Ricerca, sviluppo e innovazione" – spiegano i consiglieri regionali Antonio Mazzeo, Alessandra Nardini e Andrea Pieroni –. E nel settore della ricerca il territorio pisano è sicuramente tra i protagonisti ospitando realtà e strutture di rilevanza nazionale ed internazionale, tra cui il CNR che è al primo posto in Italia: per numero di famiglie di brevetti, nella Terza categoria per numero di spin off e nei settori di ricerca multidisciplinari”.

Il CNR risulta essere primo tra gli enti di ricerca anche per numero di ricercatori: il personale complessivo ammonta ad oltre 8.400 unità tra ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi ed è organizzato in 7 dipartimenti e 102 istituti con specializzazione sui principali saperi, con più di 330 sedi secondarie e laboratori in Italia ed all’estero. 

“La situazione che stanno vivendo i lavoratori del Centro Nazionale delle Ricerche è purtroppo comune alla gran parte degli enti pubblici di ricerca italiani e crediamo sia importante l’impegno delle istituzioni di ogni livello per sostenere le richieste, legittime, dei precari e lavorare per arrivare alla loro stabilizzazione – proseguono i consiglieri – Con la mozione approvata questa mattina dall’aula del Consiglio, condivisa con i consiglieri dei gruppi Mdp e Sì Toscana a sinistra, sollecitiamo anche la Regione a prendere posizione ad attivarsi affinché in vista dell’approvazione della prossima Legge di Stabilità, considerando il percorso già avviato con l’approvazione del bilancio di previsione in Senato, si adottino le opportune iniziative e vengano reperite tutte le ulteriori risorse necessarie per l’attuazione di misure finalizzate alla stabilizzazione del personale precario degli enti di ricerca. 

Dare il giusto valore alle professionalità è il primo passo per garantire piena autonomia alla ricerca, per valorizzare il lavoro e costruire una reale prospettiva dello sviluppo scientifico, ma anche culturale, sociale ed economico del Paese”.