Politica

Scuole dell'infanzia comunali, mozione in Regione

L’atto votato, a maggioranza, in seconda commissione. Fattori (Sì – Toscana a Sinistra): “Il rischio concreto che queste scuole vengano chiuse”

Attivarsi per assicurare il futuro delle scuole comunali dell'infanzia di Pisa a fronte dei rischi connessi al cosiddetto “piano di statalizzazione” portato avanti dall'amministrazione comunale pisana, sia sul piano del servizio scolastico che sul piano occupazionale, specie per le lavoratrici in appalto. Questo l’impegno chiesto alla Giunta regionale in una mozione di Si-Toscana a sinistra, presentata da Tommaso Fattori questa mattina in commissione Sviluppo economico, cultura, istruzione e formazione presieduta da Gianni Anselmi (Pd). L’atto ha ricevuto il voto favorevole di Pd e Movimento 5Stelle e il no di Roberto Salvini (gruppo misto).

Nella mozione si chiede, inoltre, di verificare la mancata rispondenza della decisione presa in sede di Conferenza zonale pisana rispetto alle linee guida regionali in materia di programmazione e dimensionamento della rete scolastica per l'anno 2010/21 e ad assumere gli atti conseguenti. Infine, l’atto impegna la Giunta ad adoperarsi per assicurare che il Comune di Vecchiano possa ricevere la sezione aggiuntiva richiesta, in modo da far fronte alla chiusura della scuola paritaria di Filettole.

“Il nodo è semplice - ha precisato Fattori - vi saranno delle ricadute negative forti sul piano della didattica, non sappiamo cosa potrebbe accadere agli attuali maestri comunali o agli ausiliari in appalto. Da una parte il problema della continuità per i bambini e dell’altra il tema di chi lavora e inoltre, è probabile una risposta negativa da parte dello Stato. Questo prospetterebbe il rischio concreto che queste scuole vengano chiuse”.

Condivisione all’atto è stata espressa anche dalle consigliere Alessandra Nardini (Pd) e Irene Galletti (M5S).

“Il nodo è semplice - ha precisato Fattori - vi saranno delle ricadute negative forti sul piano della didattica, non sappiamo cosa potrebbe accadere agli attuali maestri comunali o agli ausiliari in appalto. Da una parte il problema della continuità per i bambini e dell’altra il tema di chi lavora e inoltre, è probabile una risposta negativa da parte dello Stato. Questo prospetterebbe il rischio concreto che queste scuole vengano chiuse”.