Lavoro

Futuro Horeca Pisa contro le sagre-ristoranti

Come ogni estate torna puntuale la polemica fra ristoratori tradizionali e le sagre di paese, quest'anno assai decimate a causa dell'emergenza Covid

La cucina di una sagra paesana

"Le nostre aziende si stanno ancora leccando le ferite - così Dino Ricci, presidente vicario e portavoce di Futuro HoReCa Pisa -, in molti casi è già stata fatta anche la conta dei morti. Neanche il tempo di ritornare in carreggiata e di prendere percezione delle strategie future da attuare per rimanere sul mercato dopo il lockdown che già ci troviamo di fronte all’ennesimo attacco incrociato da parte degli pseudo-imprenditori temporanei della ristorazione sregolata a cielo aperto"

Ecco, dunque, che ritorna puntuale come ogni estate lo scontro fra ristoratori e sagre. Anche se quest'anno, va detto, molte sagre sono state annullate proprio a cause dell'emergenza sanitaria e da Futuro HoReCa Pisa ci tengono a fare una precisazione

"Futuro HoReCa Pisa - ancora il portavoce Ricci - non è contro le sagre che promuovono le tipicità locali, come i piatti di una volta, le sagre storiche di quartiere che hanno come finalità quella di dare risalto agli “artigiani” del mestiere locali. Noi siamo totalmente contrari a quel fenomeno sregolato di sagre ed eventi a cielo aperto il cui menù si divide in percorsi di Terra e Mare, Dessert, Caffetteria e chi più ne ha più ne metta il tutto ad un prezzo talmente basso e praticamente impossibile da raggiungere a livello commerciale da chi invece rispetta tutte le regole e le leggi, prima fra tutte quella sanitaria (che in periodo Covdi19 non dovrebbe essere in nessun modo minimizzata) e non ultimo quella sui lavoratori da assumere con regolare contratto e busta paga". 

"Se la sagra deve essere il temporary store imprenditoriale dei “vorrei ma non posso” - conclude Ricci -, o meglio ancora dei furbetti del quartierino noi ci opponiamo con forza e ci auguriamo che tutte le istituzioni, a tutti i livelli si facciano carico di effettuare i controlli del caso con lo stesso protocollo applicato a noi imprenditori della partita iva, dall’HACCP, ai Contratti di Lavoro CCNL e per finire il regolare pagamento delle imposte nazionali, comunali e dell’IVA oltre ovviamente alle procedure di sanificazione e distanziamento sociale anti-covid19. Le regole devono essere uguali per tutti, se così non fosse meglio non autorizzare o bloccare certi fenomeni".