Cronaca

Gozi: "Pronto a testimoniare di nuovo"

Il teste del caso Ragusa: "Inizialmente non ho detto tutto. La mia famiglia Sinti non vede di buon occhio la collaborazione con le forze dell'ordine"

"So di aver detto tutta la verità e, se mi volessero ascoltare di nuovo, sono pronto a sottopormi un'altra volta all'esame testimoniale perché non ho nulla da temere e perché è giusto che Roberta Ragusa abbia giustizia". 

Lo afferma Loris Gozi in una lettera aperta affidata all'Ansa dal legale che lo assiste, Antonio Cozza. 

Gozi è ritenuto il supertestimone del giallo della scomparsa della donna svanita nel nulla la notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012.

Il marito Antonio Logli, dapprima imputato di omicidio volontario e distruzione di cadavere, il 6 marzo scorso è comparso di fronte al gup di Pisa Giuseppe Laghezza, che ha pronunciato nei suoi confronti una sentenza di non luogo a procedere.

Gozi nella lettera precisa di avere detto ai carabinieri la verità sui fatti di cui sarebbe stato testimone la notte della scomparsa della donna: "Nei miei racconti - sottolinea il teste - all'inizio non ho detto tutto perché la mia famiglia, che è di etnia sinti e non vede di buon occhio la collaborazione con le forze dell'ordine, desiderava che rimanessi fuori da questa vicenda. Però, la mia coscienza a un certo punto mi ha indotto a riferire ai carabinieri, al pubblico ministero e poi al giudice (la sua deposizione è stata cristallizzata in un incidente probatorio, ndr) quanto avevo visto e sentito quella notte, senza nascondere o tacere nulla. Non spetta a me commentare la decisione del giudice che ha prosciolto Antonio Logli, io sono pronto a testimoniare di nuovo e raccontare ciò che ho visto".