Cronaca

"I soldi pubblici finanzino il cibo buono, pulito e giusto"

L'assessore allo Sviluppo rurale Sanavio critica i fondi a "fighetti del made in Italy, a chi abusa della chimica o produce mais per il biogas"

"C’è bisogno che con i soldi pubblici della Pac si finanzi la produzione di cibo buono, pulito e giusto per tutti. Non di sostenere speculatori, grande distribuzione, 'fighetti' del made in Italy che fanno affari sulle spalle dei contadini".
Lo sostiene l'assessore allo Sviluppo rurale della Provincia di Pisa Giacomo Sanavio, convinto che l’agricoltura "sia l’unico settore produttivo a registrare un incremento congiunturale del valore aggiunto, contribuendo così a contenere l’ulteriore calo del Pil nazionale registrato nel primo trimestre 2014".

Secondo l'assessore, "C’è bisogno, anche e soprattutto in questo settore, di una chiara scelta alternativa. A quel punto, i dati sul valore aggiunto avranno anche un risvolto etico, sociale e ambientale importante.

Basta saper leggere i dati e ragionare per comprendere come l’agricoltura sia in grado non solo di resistere alla crisi ma anche di creare opportunità lavorative, oltre a curare i territori, la coesione sociale e la salute pubblica. Basta ricordare che l’aumento della popolazione mondiale, i cambiamenti climatici e i processi di accelerazione delle desertificazioni di intere regioni del pianeta, la sempre più diffusa scarsità di acqua potabile, lo scellerato consumo di suolo, non fanno che rendere sempre più urgente il preoccuparci del tema della produzione agricola, della produzione del cibo".

Al settore, in sostanza, secondo l'assessore provinciale, serve un "cambio di modello. Scegliendo di privilegiare le agricolture dei territori. Smettendola di finanziare con le risorse della Pac (politica agricola comune) gli speculatori della terra e produttori di mezzi meccanici e agenti chimici.

Diamo i soldi della Pac a chi fa agricoltura biologica e biodinamica, a chi si cimenta nella riconversione in tal senso, ricreando fertilità dei suoli e difendendo la biodiversità. Diamoli a chi salvaguarda saperi tradizionali, a chi garantisce la manutenzione dei territori, a chi contribuisce a risparmiare acqua ed a depurare quella utilizzata, ai giovani di cui il settore ha estremo bisogno, anche per facilitarne l’accesso alla terra. Diamo i soldi della Pac a chi ricostruisce o difende i sistemi alimentari. Smettiamo di darli a chi coltiva il mais per fare il biogas, a chi costruisce stalle da lasciar vuote, a chi abusando della chimica di sintesi uccide le api, sterilizza il suolo, avvelena le falde idriche".