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​Il comune di Pisa spende all’anno 845 euro per ogni suo abitante

Il fabbisogno stimato, secondo il Ministero, si discosta solo dell’1per cento

La città della torre pendente è tra i capoluoghi di provincia d’Italia più equilibrati in fatto di conti pubblici, secondo un’indagine realizzata dal ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) sulla base del rapporto tra spesa effettiva per abitante e fabbisogno standard.

I dati parlano chiaro. A fronte di una popolazione di 88.217 unità, a Pisa abbiamo una spesa storica (nel 2010) per abitante di 845 euro e un fabbisogno standard per abitante di 850 euro con una differenza tra i due valori di appena l’1 per cento.

L’esempio di Pisa è tratto dalla nuova Banca dati OpenCivitas elaborata per l’anno 2010 dal ministero dell’Economia e delle Finanze per confrontare il fabbisogno standard per abitante - calcolato tenendo conto dei servizi offerti, delle caratteristiche territoriali e degli aspetti sociali, economici e demografici della popolazione residente - e la spesa storica effettiva realizzata.

I fabbisogni standard, spiega il commissario alla spending review Carlo Cottarelli “…servono per una operazione di efficientamento della spesa”. Cottarelli sottolinea inoltre che già si sta lavorando per implementare la banca dati con quelli del 2011 e del 2012.

Cerchiamo di capire. Un Comune che ha una spesa molto bassa potrebbe essere un Comune che ha già trovato un buon sistema per amministrare razionalmente, oppure un Comune che offre pochi servizi, e che quindi deve impegnarsi di più. I fabbisogni standard, insieme alla stima della capacità fiscale, serviranno anche a ripartire il fondo di solidarietà dei comuni, superando il principio della spesa storica.

Firenze, per esempio, a fronte di una popolazione di 371.282 unità, ha una spesa storica per abitanti di 1.055 euro e un fabbisogno standard di 955 euro. Il saldo è negativo ed è del 10 per cento.