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Il Cus sostiene l'Aima con la break dance

​Saranno quattro le crew (due pisane) che arriveranno da tutta la Toscana per dare spettacolo al break dance contest di Buon anno Cus Pisa

Saranno quattro le crew che arriveranno da tutta la Toscana per dare spettacolo al break dance contest di Buon anno Cus Pisa, evento di beneficenza che si svolgerà al PalaCus di via Chiarugi il 25 gennaio alle 18,30.

Le crew coinvolte provengono da Pisa, Firenze e Livorno. I due team pisani saranno i Million dollar breakers e i Banana Rockers, conosciuti a livello locale. Da Livorno invece arriveranno i Mad Minds, appassionati bboys che diffondono l’hip hop nella loro città e non solo. Infine i Fundanza, la crew proveniente da Firenze che da anni è al top in Toscana e nel panorama nazionale, i cui membri provengono da diverse città della regione. 

Il Cus Pisa, quest’anno dedicherà i profitti della vendita dei biglietti all'Associazione italiana malattia di alzheimer.


Roberto Brogni, presidente dell’Aima Pisa,commenta: “Ringrazio il presidente Innamorati e il segretario La Spina per averci coinvolti in questa iniziativa, dandoci la possibilità di dare visibilità alla nostra associazione. L’Aima è una associazione di mutua assistenza che opera su base volontaria, aiutando i malati di Alzheimer e le loro famiglie. Quest’anno compie 30 anni e questo è un anniversario importante. Siamo cresciuti molto sia per quanto riguarda il volontariato che nel modo di intendere l’associazionismo. La dignità dell’ammalato è sempre stato uno dei nostri punti fermi. Abbiamo fatto tanto, ma c’è ancora tanto da fare”.

“L’Alzheimer -spiega la dottoressa Tognoni dell'Aoup- è una malattia devastante, la Toscana dopo la Liguria è la seconda regione anagraficamente più vecchia d’Italia con oltre 100mila malati. La malattia interessa persone anziane perché legata strettamente all’età, ma ci sono molti casi in cui interessa persone più giovani, vicine ai 60 anni. Al momento i farmaci non permettono di fermare la malattia, ma solo di rallentarla. La ricerca sta ancora cercando di capire la causa iniziale, se ne conoscono i processi biochimici e metabolici, per cui i farmaci sono solamente sintomatici, somministrati in fase iniziale per migliorarne il più possibile la qualità della vita. La ricerca ha ancora molto da fare, ma ad oggi non è ancora possibile mettere la parola fine.”