“Potenzialmente, circa il 57 per cento del territorio studiato è da considerarsi ad alto rischio per quanto riguarda la formazione e lo scorrimento di colate rapide di fango, circa il 38 per cento è a rischio medio e solo il 5 è basso”.
Per questo continuerà lo studio avviato dai geologi delle università di Pisa e Bari e della sezione pisana dell'Istituto nazionale di geovulcanologia sul rischio vulcanico del Vesuvio. I ricarcatori hanno prodotto una prima mappa di base che permette di effettuare una preliminare grande 'zonazione' delle aree potenzialmente a rischio. I ricercatori hanno studiato un territorio di circa 650 chilometri quadrati che si estende dalle colline Cancello a nord sino alla penisola sorrentina a sud, in pratica tutta la zona preappenninica che circonda la piana vesuviana. Le indagini sono state condotte attraverso una ricostruzione storica degli eventi franosi accaduti negli ultimi 500 anni.