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La mamma pisana di Vittorio Gassman

Il grande attore racconta il carattere ereditato dalla madre. Si tratta di Luisa Ambron, che presto rimase vedova con tre figli

Vittorio Gassman, in molte interviste e nella sua autobiografia, Un grande avvenire dietro le spalle, parla spesso di sua madre, Luisa Ambron di famiglia ebraica pisana.

A lei l’attore deve la scelta della sua professione, infatti, spesso gli consigliò di frequentare l’Accademia di Arte Drammatica visto che, come era solita ripetergli, “facendo legge, non hai obblighi di frequenza”.

La donna ebbe col figlio un dialogo costante, una confidenza estrema, nonostante i frequenti litigi dovuti al carattere simile: istrionico, amante della drammatizzazione spettacolare, del confronto carico di veemenza monologante. Insomma, proprio quello che il grande attore definiva lo spessore burrascoso e pisano della personalità materna che lui stesso aveva ereditato. Un temperamento tenace, quello della signora Ambron, che le permise, dopo la morte prematura del marito Heinrich Gassmann (ingegnere civile di origine tedesca che, come sosteneva il figlio “non perse mai il forte accento alemanno”) di affrontare con molta grinta e coraggio la sua nuova condizione economica di vedova con figli.

Dell’amore di Luisa Ambron per il teatro ne è prova quanto afferma Vittorio Gassman nella sua autobiografia: “Il culmine della felicità (…) per mia madre fu quando la introdussi in una delle mie apparizioni televisive, nello show di Canzonissima.(…). Fu all’altezza delle sue attese, mi tolse la parola in trasmissione, sgranando versi danteschi e boutades improvvisate come una veterana della ribalta”.