Cronaca

La Torre Pendente simbolo di riscatto e lotta per la legalità

La proposta del sindaco Filippeschi dopo le rivelazioni del pentito La Barbera secondo cui la mafia voleva colpire il campanile

"La Torre Pendente oltre che simbolo di civiltà sarà simbolo di riscatto, della lotta per la legalità". Lo propone il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, commentando le rivelazioni arrivate da tribunale di Palermo dove questa mattina (giovedi 23 marzo) c’è stata la deposizione del pentito Gioacchino La Barbera dedicata alla trattativa fra Cosa Nostra e i carabinieri per barattare la restituzione di opere d’arte con gli arresti ospedalieri per alcuni boss.

"La cieca brutalità criminale della mafia – ha detto - aveva messo davvero in conto di colpire la Torre Pendente, il campanile della nostra Cattedrale, simbolo dell’Italia nel mondo, patrimonio dell’umanità e altissima testimonianza spirituale. L’allarme per la sicurezza della Torre era fondatissimo e gli scetticismi e gli atteggiamenti superficiali, che pure ci furono, erano poco responsabili".

"Di fronte alle recrudescenze, alle minacce rivolte a valorosi magistrati, come il dottor De Matteo, servono la reazione più forte da parte dello Stato e un sussulto dell’opinione pubblica – ha aggiunto il sindaco -. E lo stesso vale per contrastare la ramificazione della criminalità mafiosa che s’insedia nelle nostre città e per inquinarne l’economia. Non è normale ascoltare parole di condanna a morte contro chi tutela i diritti di tutti. Serve un’azione energica delle forze dell’ordine e della giustizia, ma vanno attivate anche misure di sensibilizzazione e controllo sociale, di filtro, con la collaborazione di tutte le istituzioni e della società civile organizzata. Le mafie vogliono soggiogare le istituzioni e la politica e oppongono l’illegalità e la violenza alla possibilità di costruire un futuro migliore".