Cronaca

Mobilità per sei lavoratrici, punto in Provincia

Che accusa l'azienda: "Anche a quest’ultimo incontro si è registrata l’assenza dei dirigenti"

"Anche a quest’ultimo incontro si è registrata l’assenza dei dirigenti di Tamoil, che pure hanno grandi responsabilità rispetto allo stato di cose venutosi a creare. E anzi, per essere esatti, si è trattato dell’ennesima assenza: ai lavori del tavolo istituzionale, infatti, Tamoil non ha mai inteso partecipare; e la Punto Grill Service, a sua volta, adducendo motivazioni varie, non è mai stata presente".
Lo fa sapere la Provincia di Pisa, dopo l'incontro promosso dalla Provincia e dal Comune di Pisa per seguire la situazione delle lavoratrici del Punto Grill, attività di ristoro adiacente al distributore Tamoil situato nel terminal turistico di via Pietrasantina, a Pisa.
Al tavolo hanno partecipato l'assessore provinciale al Lavoro Anna Romei, quello comunale al Commercio David Gay, Catia Santochi per la Cgil e Amedeo Casiraghi per il Gruppo Greco.

"A seguito della richiesta, da parte di Tamoil Italia, di riconsegna dei locali del bar al termine del contratto d’affitto - spiega la Provincia riepilogando la vicenda -, la Punto Grill Service ha inviato, alle proprie sei dipendenti, le rispettive lettere di licenziamento. Dopodiché – stante il tipo di contratto stipulato fra Tamoil e Gruppo Greco, subentrante alla Punto Grill Service nella gestione del bar stesso (contratto che non prevede alcuna clausola di salvaguardia sociale per il personale), si è cercato, fin da febbraio, di attivare appunto un tavolo per verificare l’esistenza di ipotesi funzionali a uno sbocco diverso da quello dei licenziamenti".
“Riteniamo – dicono Romei e Gay – di dover stigmatizzare questi comportamenti: che non hanno aiutato il percorso di verifica della situazione; e che hanno favorito la messa in procedura di mobilità di sei lavoratrici, le quali ad oggi percepiscono l’Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego, ovvero il contributo di disoccupazione) senza avere avuto la possibilità di utilizzare altri ammortizzatori sociali o di cercare di fare attivare soluzioni diverse previste dal contratto di lavoro. A questo punto non resta che comprendere se solo una vertenza possa cambiare lo stato di fatto”.