Lavoro

Mercatini e sagre, "questa è concorrenza sleale"

La denuncia di Confesercenti: in provincia di Pisa creano un mancato gettito di oltre 7 milioni di euro

Dai mercatini, ai circoli e alle sagre. C'è tutto nel mirino di Confesercenti, che denuncia, su base nazionale, quasi 3 miliardi di fatturato, con una perdita di gettito per il fisco di circa un miliardo di euro.
Secondo la Confesercenti, la “distorsione della concorrenza nel commercio e nel turismo” è favorita dalle norme dello Stato che "libera" questi tipi di attività imprenditoriali da alcune delle regole seguite dalle altre imprese e che godono di agevolazioni improprie, sul piano normativo, burocratico e fiscale. Numeri importanti, se si pensa che la stima per la provincia di Pisa è di circa 4milioni di mancato gettito fiscale per quanto riguarda sagre e fiere e di 3 milioni e mezzo per circoli, associazioni culturali e guide turistiche non autorizzate.
“In questo modo si favorisce una forma di concorrenza sleale che sta mettendo in seria difficoltà le altre imprese, soprattutto in un momento di crisi come questo - spiega Marco Sbrana, direttore Confesercenti Toscana Nord -. Alcune leggi dello Stato distorcono in modo incomprensibile il mercato di commercio e turismo: le attività agevolate devono sopportare meno oneri burocratici e fiscali degli altri e hanno quindi meno costi di avvio dell’attività e di esercizio. Immaginate come devono sentirsi gli imprenditori regolari alle prese con un calo dei consumi ed una crescita di tasse e imposte”.
Il conto del gettito fiscale perduto a causa di queste attività per il commercio nella provincia di Pisa è di circa 4 milioni di euro. “Nei mercatini in cui gli agricoltori possono vendere direttamente al pubblico – spiega ancora Sbrana - non valgono gli obblighi previsti per il commercio al dettaglio in generale, tra cui il rilascio di scontrino. Poi sagre, feste e vendite di fiori: anche la vendita di prodotti alimentari nelle sagre e le fiere, così come la commercializzazione di piante e fiori durante alcune ricorrenze ricadono sotto un regime agevolato. I proventi generati non concorrono alla formazione di reddito imponibile, né ai fini Iva né per quanto riguarda le imposte sui redditi”.
Per Confesercenti in questi settori si accavallano problemi di vecchia data, come la somministrazione di alimenti e bevande nei circoli e nelle associazioni private che di fatto sono pubblici esercizi, ma con forti agevolazioni fiscale, e problemi relativamente nuovi come l’ospitalità negli agriturismi. Il gettito ‘bruciato’ dal fisco in provincia di Pisa è di poco più di 3 milioni e mezzo. Ancora Sbrana: “Per quanto riguarda gli agriturismi, l'attività di ricezione dovrebbe essere esercitata in teoria dagli imprenditori agricoli. Il reddito, considerato agricolo, si calcola secondo un regime forfettario, nella misura del 25% dei ricavi al netto dell’Iva. Senza considerare coloro che con il termine agriturismo nascondono vere e proprie attività ricettive. I termini circoli o associazioni nascondono, in alcuni casi, veri e propri pubblici esercizi – conclude il direttore di Confesercenti -. Per loro nessun obbligo d’iscrizione alla Camera di commercio niente Irap e niente Ires. Infine le guide Turistiche improvvisate: sono esenti da Iva e, se non hanno un’organizzazione ma agiscono come autonomi, non devono versare nemmeno l’imposta Irap. Tutto questo in una congiuntura negativa anche in queste festività. Un commercio in difficoltà non ha certo bisogno di concorrenza sleale”.