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Moschea, "La parola ai pisani"

Dopo la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della comunità Islamica il consigliere Manuel Laurora rilancia l'ipotesi referendum

A pochi giorni dalla sentenza del Tar che ha accolto il ricorso presentato dalla comunità Islamica pisana sul progetto Moschea (vedi articoli correlati) il consigliere comunale e portavoce del comitato referendario, Manuel Laurora (gruppo misto), ripercorre la vicenda e rilancia l'ipotesi referendum.

"Tutto è iniziato quando il terreno situato all'angolo tra via del Brennero e via Chiarugi, un tempo occupato da uno sfasciacarrozze, è stato reso edificabile. 'Qualcuno' - scrive Laurora- ha modificato la destinazione d'uso del suolo per consentire la costruzione di un luogo di culto all'interno di quella particella catastale, nel frattempo acquistata dalla comunità islamica".

"La decisione  - prosegue il consigliere comunale- era stata annunciata nel programma elettorale del centrosinistra (mandato 2013-2018) ma non tutti ne erano al corrente. Oggi, dopo anni di dibattito e grazie all'impegno dei Comitati e all'ampia copertura mediatica, il tema è molto più conosciuto".

Tra gli obiettivi dichiarati in campagna elettorale dall'attuale amministrazione c'era anche il no alla costruzione della Moschea in via del Brennero. Un no che si è materializzato nei mesi successivi, con le varianti urbanistiche che hanno portato il Comune a modificare la destinazione d'uso del terreno.

"Il cambiamento della destinazione d'uso della particella catastale (da utilizzare come area a verde e parcheggio), proposto nel rispetto delle norme urbanistiche vigenti, tiene conto dello sviluppo armonioso e sostenibile dell'intero quartiere" sottolinea il consigliere.

Laurora si sofferma poi sul progetto moschea:  "Si tratta  - scrive il consigliere comunale-  di un duplice fabbricato di dimensioni imponenti e di notevole impatto paesaggistico; la sala di preghiera avrebbe una capienza di 800 posti; le torri laterali, una delle quali verrebbe adibita a minareto, sarebbero più alte delle antiche mura cittadine. Il terreno sorge in una strada stretta, a «imbuto», a senso unico, priva di parcheggi adeguati, davanti al Cus e nelle immediate vicinanze delle palazzine del complesso residenziale del villaggio 2000 e di un asilo, la scuola dell'infanzia Parmeggiani. La Giunta ha il diritto e il dovere di valutare molto attentamente se una simile struttura sia compatibile con le criticità dell'area e con lo sviluppo complessivo del quartiere oppure no; tuttavia l'allargamento del processo decisionale è sempre un segno di democrazia e libertà."

"Il modo migliore per coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano il destino della città è il referendum consultivo. Perché -conclude Laurora- non dare finalmente la parola ai pisani, aprendo un vero confronto sul progetto urbanistico?"