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Norma salva olio, multe salate ai trasgressori

Proteste di Confcommercio per la mancanza di una specifica omologazione dei dispositivi anti-rabbocco. "Ci tagliano le gambe" lamentano i ristoratori

Per bar, ristoranti, pizzerie, pubblici esercizi in generale, è diventato obbligatorio servire l'olio extravergine di oliva in contenitori dotati di tappo anti-rabbocco. In sostanza, secondo le modifiche all'articolo 7 della legge 9/2013, in vigore dallo scorso 25 novembre, gli esercenti sono tenuti a utilizzare contenitori monouso o bottigliette antirabbocco etichettate, al fine di impedire l'alterazione del contenuto dell'olio indicato in etichetta.

“Salva olio un bel niente – lamenta Daniela Petraglia, presidente di Confristoranti ConfcommercioPisa –. Non è colpa dei ristoratori se si scrivono libri verità o il New York Time pubblica vignette denuncia contro la sofisticazione dell'olio d'oliva made in Italy. E non è colpa dei ristoratori se il cosiddetto suicidio dell'extravergine italiano passa attraverso importazioni di olio da paesi come Marocco, Tunisia, Spagna, mischiato con oli di bassa qualità, alterato nel sapore e poi rivenduto come italiano”.

È forte il sentimento di contrarietà della Petraglia, ristoratrice da molti anni. “Non siamo malfattori, ma persone oneste, imprenditori coscienziosi, impegnati ad offrire sempre il massimo ai nostri clienti – riprende –. I clienti sono sempre più consapevoli di ciò che consumano, ma la cosa più grave è che si finisce di compromettere il rapporto fiduciario tra cliente e ristoratore con un sospetto che non ha ragione di essere. Inoltre, noi ristoratori rappresentiamo un terminale importante per le produzioni agro alimentari e per l'olio extra vergine”.

Una decisione che Enrico Guardati, presidente di Fipe ConfcommercioPisa considera insensata: “Così ci tagliano le gambe, mancando poi una specifica omologazione di questi dispositivi anti-rabbocco, le imprese del settore saranno esposte al rischio di sanzioni che possono arrivare fino a 8mila euro”.