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Medici pisani operano la Elephant woman

Sono volati in Paraguay per una missione umanitaria dove hanno operato 280 persone. Tra questi una donna di 30 anni affetta da neurofibromatosi

Soffriva da anni di una malattia che le aveva deformato il volto, quella per cui è stato realizzato il film “The elephant man”. Si tratta della neurofibromatosi, che le aveva riempito il viso e il corpo di tumori deturpanti. Lei, una 30enne paraguaiana ha ritrovato il sorriso grazie a un'equipe di medici, tra cui due pisani, volati nello stato dell'America latina per una missione umanitaria.

Il team di chirurghi plastici dell’associazione no profit Aicpe Onlus (Italiana di chirurgia plastica estetica).

è infatti volata in Paraguay, dove ha operato 280 persone di due settimane.

Hanno preso parte alla missione Gian Luca Gatti, dirigente medico dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica di Pisa, e Alessandro Giacomina, chirurgo plastico a contratto nella stessa Unità Operativa di Pisa, entrambi alla prima esperienza di missione.

Il viaggio rientra nel progetto “Chirurgia che cambia la vita” del programma "Ñemyatyro Paraguay" (Ricostruzione in Paraguay), che prevede la realizzazione di interventi chirurgici gratuiti a beneficio di pazienti in gravi condizioni e privi dei mezzi economici sufficienti, portato avanti dal ministero della Salute paraguaiano attraverso il Centro nazionale delle ustioni diretto da Bruno Balmelli, paraguaiano di origine italiana.

"Abbiamo eseguito 280 interventi di chirurgia ricostruttiva in 12 giorni -afferma il fondatore di Aicpe Onlus Marco Stabile- molti erano interventi complessi, esiti di ustioni o malformazioni, tumori e numerosi sono stati anche i casi di labiopalatoschisi" .

A beneficiare degli interventi la popolazione più povera che spesso non ha l’opportunità di spostarsi fino alla capitale per operarsi. "Ho notato un miglioramento generale delle condizioni di vita rispetto all’anno scorso, quando ho svolto la mia prima missione in Paraguay, anche se molte rimangono le persone che non hanno accesso ai servizi medici di base. Noi siamo qui proprio per questo" conclude Stabile.